Esteri

A Santa Sofia si è di nuovo celebrata la preghiera del venerdì

I chierici in abiti bianchi cantavano inni del Corano, mentre i mosaici e gli affreschi con personaggi e simboli che richiamano alla cristianità erano drappeggiati con tende. Questo era ciò che oggi accadeva a fine mattinata ad Istanbul, all'interno di Santa Sofia.

Durante il sermone, il ministro turco degli affari religiosi Ali Erbas, sollevando una spada - per richiamarsi così alla tradizione ottomana - ha detto che il "Sultano Mehmet il Conquistatore ha dedicato questa magnifica costruzione ai credenti perché rimanesse una moschea fino al Giorno della Resurrezione".

Dal XV secolo secolo ad oggi, in Turchia e non solo, di acqua sotto i ponti ne è passata e anche la società, compresa quella turca, dal punto di vista culturale da allora si è alquanto evoluta... specialmente nell'ultimo secolo.

Ma le sue priorità politiche hanno fatto ritenere al presidente turco Recep Tayyip Erdogan che per conservare il potere per lui è meglio, molto meglio, se la Turchia torni ad essere quello che una volta era l'impero ottomano... perlomeno di facciata, in modo che una parte dei turchi possa realmente crederlo. Così Erdogan ha esasperato il nazionalismo contro le minoranze presenti nel Paese fino ad utilizzare la guerra in Siria per reprimere ulteriormente le mire indipendentiste dei curdi, facendo leva anche sull'aspetto religioso, in barba al laicismo imposto da Ataturk per modernizzare il Paese.

E per far ulteriormente leva su questo aspetto ha pensato bene di far nuovamente diventare moschea Santa Sofia, un edificio nato come basilica della cristianità e che dal 1934 era un museo.

La prima preghiera nella rinata moschea di Santa Sofia si è tenuta questo venerdì, 24 luglio, a mezzogiorno ed ha fatto sì che per l'occasione ad Istanbul accorressero migliaia di musulmani da ogni angolo del Paese, così chi non ha trovato posto all'interno (i più) ha potuto seguire il rito islamico del venerdì negli spazi che circondano l'edificio, e tra questi i più fortunati sono stati coloro che hanno potuto trovare riparo all'ombra di un albero.

In Grecia, dove oggi si celebrava l'anniversario del ritorno alla democrazia nel 1974, il premier Kyriakos Mitsotakis, rivolgendosi ai cristiani greco-ortodossi, ha dichiarato che il cambio di status di "Hagia Sophia" da parte della Turchia non è stato una prova di forza, quanto una prova di debolezza... il commento che meglio ha descritto quanto accaduto oggi.

Autore Angelo Zanotti
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