Politica

Scarpinato, 5 stelle: le riforme della giustizia di Nordio pensate per favorire alcuni nella grande corsa all'oro dei miliardi del PNRR

Mercoledì, oltre che alla Camera, il ministro Nordio è stato protagonista anche al Senato, dove l'Aula ha votato la sua relazione sull'amministrazione della giustizia. Il ministro e i partiti della maggioranza (inclusa Italia Viva), che sostengono il governo di cui fa parte, non hanno però avuto il coraggio di ascoltare ciò di cui sono artefici, riassunto loro dal 5 stelle Scarpinato, ex magistrato antimafia eletto a Palazzo Madama, e sono usciti mentre leggeva la sua dichiarazione di voto.

Ecco il testo che quei senatori non hanno avuto il coraggio di ascoltare, vale la pena di leggerlo:

"Signor Presidente, l'ascolto della relazione programmatica del signor Ministro e l'esperienza del suo operato in questi quindici mesi di Governo attestano che egli è certamente l'uomo giusto per ricoprire l'incarico che gli è stato affidato in questo tempo della storia, caratterizzato, sul piano politico generale, da una grave crisi della democrazia e dalla strisciante regressione del modello costituzionale di Stato sociale di diritto verso un modello oligarchico e neo autoritario.Chiusa la parentesi dello Stato democratico costituzionale del secondo Novecento, frutto di rapporti di forza ormai mutati, siamo tornati alla vecchia società classista dei primi del Novecento. Una società nella quale la diseguaglianza economica e l'impossibilità della soddisfazione dei bisogni essenziali di milioni di cittadini, sprofondati in uno stato di povertà assoluta, non sono più considerati una patologia da rimuovere, ma una fisiologia con la quale convivere, in quanto conseguenza coerente di un ordine sociale che si fonda sulla concentrazione della ricchezza e del potere politico che ne consegue in ristrette oligarchie insediate ai vertici della piramide sociale.La novità, rispetto all'Italia del primo Novecento, è che oggi, accanto alla vecchia razza padrona di casa nostra, è scesa in campo una nuova razza padrona, altrettanto vorace e pericolosa, frutto del processo di globalizzazione economica. Alle lobby, ai comitati di affari, alle cricche e ai gruppi di interessi nostrani, si affiancano oggi i potentati economici sovranazionali, nel settore bancario, dell'energia, delle comunicazioni, della farmaceutica ed in altri settori. Vecchi e nuovi padroni che vanno a braccetto quando si tratta di schiacciare i salari e i diritti dei lavoratori e dei cittadini senza potere.Questa nuova costituzione materiale, questa nuova realtà del potere, ha determinato la perdita verticale della credibilità della politica nella considerazione popolare. La politica viene sempre più percepita come la cinghia di trasmissione degli interessi particolaristici, predatori e parassitari, di gruppi di interessi, di lobby, di potentati economici, di vecchi e di nuovi padroni.Vecchi e nuovi padroni che nutrono una profonda avversione nei confronti della Costituzione del 1948 e che dunque vogliono svuotarla o stravolgerla nei suoi pilastri fondamentali. Questa Costituzione, infatti, costituisce il principale ostacolo alla piena affermazione dei loro interessi, a causa del suo impianto anti oligarchico, fondato sulla divisione e il reciproco controllo dei poteri dello Stato, che impedisce la concentrazione di tutti i poteri in poche mani, libere da impacci e controlli.Essa costituisce un ostacolo a causa delle garanzie di indipendenza assicurate alla magistratura, che la rende una pericolosa variabile, incontrollabile dai vertici politici e dai potentati economici. Costituisce un ostacolo a causa della centralità attribuita al principio di uguaglianza sancito dall'articolo 3 della Costituzione e del compito, attribuito alla Repubblica, di rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che impediscono l'attuazione di tale principio.Ostacoli tra i quali primeggiano, appunto, gli interessi particolaristici e parassitari di potentati privati e di ristrette minoranze.Questo nuovo ordine politico e sociale antidemocratico che avanza, per realizzarsi compiutamente, necessita di un Ministro della giustizia, che, incarnando lo spirito del tempo, si attivi adeguatamente per riformare la Costituzione, in modo da ricondurre l'ordine giudiziario sotto il controllo dei vertici politici. Necessita di un Ministro della giustizia che dia impulso a una nuova politica criminale, che adegui il sistema penale all'assetto classista della società. E lei, signor Ministro, si sta dimostrando pienamente adeguato a realizzare per gradi questa importante mission politica istituzionale che le è stata affidata dalla maggioranza politica di cui fa parte.Quanto alla riforma della Costituzione, lei ha ribadito la sua ferma intenzione di attuare la separazione delle carriere tra pubblici ministeri e giudici e di abolire il principio costituzionale di obbligatorietà dell'azione penale. Poco importa che la separazione delle carriere esista già di fatto, a seguito delle riforme che hanno limitato ad una sola volta il mutamento delle funzioni da requirente a giudicante e viceversa, sottoponendo per di più tale passaggio a rigorose condizioni, come il trasferimento in un ufficio di un'altra Regione.Vedo che riscuote grande successo il mio intervento. Se solo riuscissimo a raggiungere questo risultato dal punto di vista politico.Dal 2006 sino al 2022 il numero di passaggi della funzione giudicante alla funzione requirente ha coinvolto solo due magistrati su 1.000 e quello inverso solo tre magistrati su 1.000.Poco importa che la scarsissima partecipazione popolare al referendum del 12 giugno 2022, che aveva tra i quesiti anche quello della separazione delle carriere, dimostri come questo tema non sia affatto percepito come problematico dalla società civile e interessi, in realtà, solo determinati componenti del mondo politico e dell'establishment, per motivi che non sono per nulla attinenti alla corretta ed efficiente amministrazione della giustizia. Componenti del mondo politico e dell'establishment, che con la separazione delle carriere, con l'abolizione del principio dell'obbligatorietà dell'azione penale, con la modifica della composizione del Consiglio superiore alla magistratura, elevando da un terzo alla metà il numero dei componenti laici di nomina politica, con la restaurazione della gerarchia nella magistratura, perseguono un disegno organico di eversione dell'ordine costituzionale esistente, un ordine che ha uno dei suoi pilastri portanti proprio nell'indipendenza della magistratura.Quanto al varo di una nuova politica criminale, che adegui il sistema penale all'assetto classista della società, va dato atto al Ministro che anche su questo importante versante ha dato un rilevante impulso per la creazione di un doppio binario del sistema penale: un diritto penale minimo per i ceti privilegiati che occupano i piani alti della piramide sociale e un diritto penale massimo per tutti gli altri. Mentre la maggioranza di cui il Ministro è espressione in questi mesi si è prodigata per la creazione di un diritto penale massimo riservato alla gente comune e ai piani bassi della piramide sociale, con la produzione di una pletora di nuovi reati, come i rave party illegali, l'occupazione abusiva di immobili, gli incendi boschivi, l'imbrattamento dei muri, l'acquisto di merce contraffatta, il reato di rivolta nei centri di accoglienza e persino - com'è stato ricordato - l'abbattimento dell'orso marsicano, il Ministro, contemporaneamente, quasi con perfetta divisione dei compiti, si è dedicato alla creazione di un diritto penale minimo per i ceti superiori, azionando tutte le leve a sua disposizione. Ha proposto di depenalizzare e ridimensionare i vari reati contro la pubblica amministrazione.Ha limitato in vari modi, nelle indagini sui reati dei colletti bianchi, l'utilizzazione delle intercettazioni, ossia dell'unico strumento rivelatosi efficace, alla luce dell'esperienza, a perforare lo scudo di omertà blindato e trasversale che garantisce l'impunità per gli affari sporchi di corrotti e di faccendieri sempre più spesso legati da segreti matrimoni di interesse con le mafie; ha proposto nuove norme, già approvate dalla Commissione giustizia del Senato, per riservare il regime ordinario della custodia cautelare in carcere solo ai reati della criminalità comune e ordinaria, creando invece un trattamento speciale e privilegiato per i reati dei colletti bianchi, i quali, a differenza di tutti gli altri indagati, non solo dovranno essere interrogati prima che sia eseguita l'ordinanza di custodia cautelare, ma dovranno pure essere messi a conoscenza del contenuto dell'ordinanza che dovrà essere eseguita, dando così loro tutto il tempo per inquinare le prove o per darsi alla fuga. Tutte riforme caratterizzate da un elevatissimo tasso di discrezionalità politica, dissimulato dietro il paravento di motivazioni tecnico-giuridiche ritenute inconsistenti non solo dalla quasi totalità degli esperti auditi dalle Commissioni giustizia del Senato e della Camera, ma anche dalla stessa Commissione europea, che nel rapporto sullo stato di diritto del luglio 2023 ha mosso seri rilievi critici ad alcune proposte del Ministro perché disallineate e regressive rispetto agli standard europei nella prevenzione del contrasto alla corruzione.Inconsistente è la motivazione che occorre abrogare l'abuso d'ufficio per liberare i sindaci dalla paura della firma, tenuto conto che nel 2020 il reato è stato radicalmente riformato, abolendo qualsiasi sindacato del giudice penale su tutta l'attività discrezionale dei pubblici amministratori e degli incaricati di pubblico servizio. Completamente assente la motivazione dell'abolizione del reato di abuso d'ufficio anche quando venga realizzato violando l'obbligo di astenersi in presenza di un interesse proprio o di un prossimo congiunto. Assente la motivazione della depenalizzazione dell'abuso d'ufficio realizzata allo scopo di recare un danno ingiusto ai cittadini per finalità prevaricatrici e ritorsive.Priva di ogni giustificazione e in contrasto con la convenzione internazionale l'abrogazione del reato del traffico di influenze illecite, non solo quando è finalizzata all'abuso d'ufficio, ma anche quando è finalizzata alla corruzione per l'esercizio della funzione e per il conseguimento di utilità diverse da quelle patrimoniali.Con queste riforme il Ministro, che è andato via, quindi non mi posso rivolgere direttamente a lui, ha riabilitato tutti i 3.600 condannati per abuso d'ufficio dal 1996 al 2020, ossia il peggio del peggio dei pubblici amministratori, e ha legittimato per il futuro l'abuso del potere pubblico e l'interesse privato in atti d'ufficio, lasciando indifesi i cittadini contro i favoritismi, le prevaricazioni di tanti piccoli e grandi Don Rodrigo, determinando una degradazione dell'etica pubblica e minando gravemente la credibilità dello Stato.Il Ministro ha ampliato gli spazi di azione e di impunità per tanti lobbisti, affaristi e faccendieri in una fase storica nella quale è iniziata la grande corsa all'oro dei miliardi del PNRR e nella quale, per un verso, è stata ampliata a dismisura la discrezionalità dei pubblici amministratori e, per altro verso, si sta procedendo a depotenziare sistematicamente tutti i controlli - quelli della Corte dei conti e quelli dell'ANAC - e a svuotare la responsabilità erariale.Discriminatoria e manifestamente classista è la riforma dell'articolo 270 del codice di procedura penale approvata in sede di conversione del cosiddetto decreto-legge omnibus, che autorizza l'utilizzazione dei risultati delle intercettazioni in procedimenti diversi da quelli in cui le intercettazioni sono state disposte solo se si tratta di accertare reati per i quali è obbligatorio l'arresto in flagranza (come i furti nei supermercati), e vieta invece questa autorizzazione se si tratta di accertare gravi reati di corruzione e di riciclaggio.Potrei continuare a lungo nell'elencazione dei tasselli con i quali questo Ministro, di mese in mese, sta procedendo alla complessa opera di edificazione di un diritto penale di casta, che realizza i desiderata di piccoli e grandi padroni. Sappiamo bene che il Ministro continuerà su questa strada, ma sappia che sul suo cammino incontrerà sempre l'opposizione ferma, decisa e radicale del MoVimento 5 Stelle.Noi infatti abbiamo scelto di stare dall'altra parte della barricata: stiamo dalla parte dei cittadini senza potere e dalla parte di quell'Italia che ancora crede nell'onestà e nella giustizia uguale per tutti. Va bene dunque quest'Aula vuota, perché resteremo noi a difendere questo Paese!"

Autore Carlo Airoldi
Categoria Politica
ha ricevuto 368 voti
Commenta Inserisci Notizia