Stiamo sempre con lo smartphone in mano e spesso finiamo per confondere il privato con il lavoro... così, per la fretta di postare un'opinione su un profilo privato, commettiamo spesso l’errore di postarla sul profilo di lavoro.
Dovremmo fare più attenzione e tenere le nostre idee "private" separate da quelle pubbliche, perché l’immagine è fondamentale, soprattutto quando si hanno lavori delicati.
Perché tale premessa? Perché Rai Sport è inciampata su una gaffe social in odore di estremismo.
Sulla pagina Facebook della testata sportiva è comparso per circa mezz'ora un articolo del quotidiano sovranista, organo del partito neofascista e populista Casapound, "Il primato nazionale", sui migranti e sull'Aquarius. Dopo poco, però, il post è stato cancellato.
L'azienda è intervenuta sull'episodio con una nota ufficiale: "La Rai stigmatizza l'uso improprio del profilo Facebook di Raisport per condividere una pagina del sito "Il primato nazionale" e ha disposto l'immediata rimozione del post, assicurando al contempo che sono già in essere tutte le iniziative volte a individuare il responsabile del gesto, per il quale saranno presi opportuni provvedimenti".
"Sicuramente è successo involontariamente", ipotizza il direttore di Rai Sport, Gabriele Romagnoli, "evidentemente un singolo, mentre trafficava con il suo smartphone e voleva postare quella pagina sui suoi profili social, l'ha mandata per errore su quello di Rai Sport.
Appena ce ne siamo accorti, l'abbiamo rimossa. E siamo a buonissimo punto sull'individuazione del responsabile".
Romagnoli sottolinea l'estraneità della testata sportiva a qualsiasi schieramento politico: "In due anni e quattro mesi di direzione - rivendica - non ho mai fatto entrare un politico in uno studio, né ho mai fatto menzionare, nemmeno ironicamente, una questione politica in un servizio sportivo.
Rai Sport non deve occuparsi di questioni politiche, altrimenti diventa un'altra cosa" L'articolo di Primato Nazionale, condiviso e poi cancellato da Rai Sport, elogiava la politica dei porti chiusi.
"Così l'Aquarius ha svelato il gioco sporco delle Ong". Nel testo si legge tra l'altro che la "situazione paradossale" dei migranti "potrebbe far pensare a una sorta di premio che la Ong riceve da qualcuno interessato al business dell'accoglienza per traghettare i migranti in italia".
E ancora: "I migranti morti sono sempre stati materiale di propaganda per le Ong". "Dopo 7 anni di "maggiordomismo servizievole e masochistico" nei confronti dell'Europa, di altri stati, di agenzie della nazioni unite e, perfino, di organizzazioni private, l'Italia ha finalmente alzato la testa", si legge ancora nell'articolo.
Posizioni estreme e certamente incompatibili con la testata sportiva del servizio pubblico.