Al palo il coinvolgimento dei medici di medicina generale nelle vaccinazioni anti Covid
Che la campagna vaccinale abbia tante facce della stessa medaglia sembra essere palese. Purtroppo, a mio giudizio, emerge una incapacità di coordinare i vari eventi, pertanto si ha la sensazione che esista sì un'orchestra e un direttore, ma ognuno dà l'impressione di suonare uno spartito diverso.
Troppe carte comunque e troppa burocrazia ovunque, nonostante l'informatizzazione che però rimane in gran parte sulla carta, mentre predomina una scarsa efficienza. Basti pensare ai numeri verde, alle mail dell'Usca, alla possibilità dei cittadini di interagire con le istituzioni per eseguire un tampone, per non parlare di come interagire con i centri vaccinali.
Troppa pubblicità attraverso i media che alla fine non corrisponde alla realtà.
Non tutto è nero, per carità... ma neppure bianco. Chi opera in sanità da 39 anni come me, percepisce senza alcun dubbio non poca confusione, avvertita anche da altri colleghi che ho avuto modo di sentire in questi mesi.
Nel seguente articolo sono riportate le perplessità dei medici di famiglia nel loro utilizzo per la campagna vaccinale.
È un coro di proteste quello che si alza dalla categoria dei Mmg. Malgrado la firma del protocollo nazionale, il coinvolgimento dei medici di medicina generale è al palo. La macchina dei vaccini dai medici di famiglia è partita solo in alcune delle regioni in cui sono stati siglati gli accordi regionali. Inoltre ogni singola realtà regionale sta seguendo modelli organizzativi diversi. Motivo per cui i Mmg, attraverso le loro rappresentanze sindacali chiedono un incontro urgente con il Commissario straordinario per l'emergenza Francesco Figliuolo."Da mesi ci siamo detti disponibili - ha dichiarato il presidente della Simg Claudio Cricelli - ma non c’è un arruolamento vero della categoria e la verità è che ogni Regione, ma anche ogni Asl, va da sé. Eppure il vaccino AstraZeneca è l'ideale, ma le dosi arrivano col contagocce anche in Toscana, che è tra le Regioni più avanzate. Il risultato è che il coinvolgimento dei medici di famiglia, già addestrati da anni di campagne antinfluenzali, è al palo".Gli accordi regionali. Dopo la sigla del protocollo d'intesa per partecipare alle vaccinazioni, solo alcune regioni hanno infatti firmato accordi con i medici di medicina generale - ha spiegato la Fimmg in una recente intervista rilasciata alle agenzie di stampa dal segretario generale della Fimmg Silvestro Scotti - altre stanno andando molto a rilento. "Chiederemo al generale Figliuolo se nei casi in cui c'è ritardo sarà il Commissario a intervenire, come indicato dal suo predecessore, oppure si seguiranno altre strade. Per il momento stanno già vaccinando, compatibilmente con il numero delle dosi a disposizione: Lombardia, Lazio, Valle d'Aosta, Toscana e Piemonte. Le Marche, che avevano dato un'accelerazione iniziale, adesso stanno procedendo molto lentamente"."Il Sud invece è fermo -sottolinea Scotti - per questo motivo abbiamo chiesto anche un incontro al ministro della Salute Roberto Speranza per fare presente che avvertiamo una certa resistenza da parte di alcune regioni a siglare intese con i medici di famiglia, nonostante il protocollo porti la firma di governo e regioni, oltre che quelle di Fimmg, Snami, Smi e Intesa Sindacale".Ma ci sono anche altri problemi. In primis c'è il fatto che non c'è un'uniformità organizzativa, ogni singola realtà regionale sta seguendo modelli organizzativi diversi. In Piemonte i medici di famiglia vaccinano presso i Centri di assistenza primaria; il Lazio sta partendo e utilizza anche gli studi medici; in Valle d'Aosta risulta una buona partecipazione sia negli studi dei Mmg sia nei centri distrettuali. La Toscana sta invece procedendo spedita con le somministrazioni agli over 80. Poi bisogna fare i conti col fatto che, a prescindere dalle forniture, ogni medico di famiglia ha a disposizione solo tra le 10 e le 20 dosi di vaccino a settimana. “Brancoliamo nel buio - afferma Pierluigi Bartoletti, segretario Fimmg-Lazio - i pazienti chiedono di essere vaccinati ma io stesso non riesco a fare più di dieci iniezioni a settimana e altri colleghi devono spalmarle in quindici giorni".Una campagna denigratoria contro i Mmg. "In queste condizioni - evidenzia Scotti - non abbiamo modo di offrire il contribuito forte che, giustamente, molti assistiti si aspetterebbero e che ciascuno di noi vorrebbe dare. Scaricare sul medico di medicina generale, ancor prima di un suo coinvolgimento reale, l’inefficienza e i ritardi del sistema, come pure qualcheduno sta cercando di fare, non migliora certo le cose. Il nostro auspicio è invece che la campagna vaccinale decolli presto e che finalmente tutti possano veder soddisfatto il proprio diritto alla vaccinazione. Noi medici di medicina generale non chiediamo di meglio". Silvestro Scotti interviene così anche sulle polemiche che in alcuni territori d’Italia stanno ingiustamente creando un’alea di diffidenza nei riguardi di molti medici di medicina generale che si starebbero sottraendo all’impegno della campagna vaccinale."Non abbiamo mai ambito ad essere eroi - dichiara - ma non ci siamo mai tirati indietro. Non siamo eroi, siamo medici, come tali rispettiamo il giuramento che abbiamo prestato. Con le nostre paure, il nostro coraggio, la nostra voglia di prenderci cura, non solo di curare. La medicina generale c’è, ed è pericoloso insinuare dubbi; far credere ciò che non è, solo per il gusto di puntare il dito, magari trovare un capro espiatorio. Nei mesi più caldi della pandemia - prosegue Scotti - abbiamo esortato a comportamenti responsabili, ora ricordiamo a tutti che il vaccino è la prima e più importante arma che abbiamo. I medici di medicina generale non avrebbero alcun motivo per sottrarsi alla somministrazione. Purtroppo, però, in questo sforzo siamo coinvolti solo in modo ancora marginale. Non certo per nostra volontà, bensì per scelte di politica regionale".
Snami: è falso sostenere che c'è carenza di medici per le vaccinazioni.Lo Snami tiene a chiarire quanto emerge da vari organi di stampa sulla presunta carenza di medici per effettuare la vaccinazione di massa anti-Covid."L’intero comparto della Medicina Generale - assicura Angelo Testa presidente nazionale Snami - ha dato la propria disponibilità firmando un accordo con il Ministero e molte Regioni hanno sottoscritto gli accordi decentrati,altre tentennano nonostante le nostre sollecitazioni.Tantissimi altri Medici, circa 15 mila, hanno aderito al bando vaccinazioni del commissario Arcuri del 16 dicembre,ma sono pochissimi quanti hanno poi potuto realmente accettare e sono risultati non arruolabili a causa dei contratti mediante agenzie lavoro a tempo determinato ,incompatibili con qualsiasi altra tipologia di incarico lavorativo.Tra questi anche i medici in formazioni di medicina generale e medici specializzandi. È chiaro che devono essere tolte tutte le incompatibilità per le vaccinazioni"."Non possiamo permetterci di non coinvolgere - aggiunge Federico Di Renzo ,responsabile nazionale Snami giovani e medici e precari - tutte le categorie, specialmente i giovani medici di medicina generale, che vogliono contribuire, numerosi e con forza, alla campagna di vaccinazione di massa"."Se in tante realtà le vaccinazioni vanno a rilento,se alcune regioni sono praticamente ferme - sottolinea Salvatore Cauchi, addetto stampa nazionale Snami - la colpa non è certo dei medici che quotidianamente stimolano e sollecitano 'gli organizzatori bradipi' a procedere senza indugi"."Ribadiamo - conclude Angelo Testa - che i Medici sono pronti a vaccinare nei grossi centri vaccinali, in quelli più piccoli decentrati, nei propri studi se è presente personale infermieristico e amministrativo e a domicilio per i pazienti allettati. Il tutto in sicurezza e con alle spalle un’organizzazione che non dipende da Noi, governata da chi pubblica notizie trionfalistiche sulla stampa sull’andamento della vaccinazioni, smentite regolarmente dai dati che sono a disposizione di tutti nel sito del Ministero".
Smi: non siamo dei gregari.“Dopo l’accordo nazionale con le organizzazioni sindacali dei medici, sottoscritto il 21 febbraio scorso, sulle vaccinazioni c’è bisogno, adesso, di accelerare la campagna di vaccinazione anticovid coinvolgendo tutta la categoria medica”. Così Pina Onotri, segretario generale del Sindacato Medici Italiani (Smi), in una dichiarazione in cui preannuncia una lettera, con una richiesta d’incontro al Commissario straordinario per l'emergenza Generale Francesco Figliuolo, sulle modalità organizzative dello svolgimento della campagna vaccinale.“Sono troppe le disfunzioni che si stanno verificando in questa fase della campagna vaccinale contro il Covid - precisa Onotri - a partire dal fatto che più di un milione di dosi sia in giacenza invece di essere state inoculate ai cittadini; così come occorre un più forte impegno per l’individuazione di molti più punti sul territorio dove effettuare le vaccinazioni”.
“C’è bisogno, per questo, di un intervento urgente del Governo e del Commissario straordinario per l'emergenza, per trovare soluzioni immediate affinché i medici di medicina generale siano coinvolti per dare il loro contributo nel far decollare la campagna delle vaccinazioni di massa nel nostro Paese", conclude Onotri.
Fonte Md