Mario Biondo, storia di un enigma (1ª parte)
Fonti : Morte di un bravo ragazzo – L’incredibile storia di Mario Biondo, di Paolo Gentili, con la collaborazione di Santina Biondo, Sovera Edizioni –web e interviste
Non entriamo in merito a particolari tecnico/scientifici, né al comportamento specifico di chi ha compiuto indagini o accertamenti medici.
“Nel teatro greco si chiama deuteragonista: è il secondo attore del dramma, colui che gioca un ruolo fondamentale nella storia accanto al protagonista. Nel misterioso caso della morte di Mario Biondo, 30 anni, trovato impiccato a Madrid il 30 maggio 2013, è Raquel Sànchez Silva. Il suo è il secondo nome nei titoli di una storia irrisolta…” - fanpage.it/morte-di-mario-biondo- 9 agosto 2016 –
Secondo le stringate indagini spagnole Mario Biondo, a Madrid, la notte tra il 29 e 30 maggio 2013, dopo aver bevuto in un night per soli uomini, aver visitato siti porno e cercato notizie sulla sterilità maschile derivante dal consumo di cocaina, si è impiccato con una pashmina alla libreria della casa di calle Magdalena, che divideva con la moglie Raquel Sànchez Silva, conduttrice televisiva.
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La “Semana Santa” * del 2013, a Madrid, fu tremenda: piovve quasi per tutto il tempo.
Non vedevo la capitale castigliana dal 1994 e ne conservavo un ricordo sfavillante: movida, donne su di giri alla Almodovar, un paese che rifioriva, ma conservava ancora tracce di un passato polveroso, borbonico, decadente quanto elegante. Non ricordo più quanti cortei nuziali mi passarono sotto gli occhi in pochi giorni, in quanti musei a tema entrai, (a parte quelli principali, Il Prado e il Reina Sofia), quante tapas gustosissime assaggiai. Assistetti perfino a una corrida: entrai nell’arena di Las Ventas, con la grande piazza antistante, in cui troneggia il monumento al matador El Yiyo. Allora visionare la tauromachia era ancora un’esperienza antropologica, c’era la crème della capitale, arrivò il re; in torretta stazionava, tremebonda, malata, non si sa quanto in sé, la regina madre, a cui i toreri del giorno resero omaggio.
Ancora aleggiava la paura dell’ETA: poco tempo dopo la mia vacanza, si verificò un attentato alla Plaza de Oriente, che avevo visitato giusto un paio di settimane prima, con la morte di un alto militare.
Ebbi a tornare spesso in Spagna, ma avevo dimenticato la mia vecchia “Maderid”, nata da una antica fortezza araba, dove il Manzanarre di manzoniana memoria non esiste più, è ristretto in canali seminascosti: ti manca l’acqua, non la vedi mai, c’è un sentore di secco.
A causa del maltempo, nel 2013 mi godetti poco la rimpatriata; e percorsi quelle rimpiante strade, i quartieri dove ormai era sbiadito il ricordo di Hemingway, il parco del Retiro, sempre con l’ombrello o con la pioggia appesa, che minacciava di ridurre le possibilità di rivedere ciò che avrei desiderato.
E, d’altronde, ripercorrere i ricordi è sempre sconsigliabile. Molto era cambiato, anche Lavapiès, che la prima volta avevo trovato avvolgente e colorato. Invecchia pure la capacità di emozionarsi, in effetti. Tuttavia, Madrid resta sempre un posto da vedere, da vivere, con calma, soprattutto quando inizia il caldo.
E la calura doveva iniziare a farsi strada il 30 maggio 2013, giorno in cui Mario Biondo, atteso sul set di "MasterChef", dove lavorava da cameraman, non si presentò e scattarono le telefonate per cercarlo.
La storia è nota, ma occorre riassumerla.
Non avevo mai sentito parlare di questo splendido ragazzo , finché non mi imbattei in una puntata di “Chi l’ha visto?” , che si occupava del caso per la prima volta. Pareva, a sentire il servizio, che Mario Biondo avesse ricevuto perfino l’apprezzamento di Simona Ventura per la sua prestanza fisica ma, a parte ciò, non era ancora noto, se non nella cerchia degli addetti ai lavori. Palermitano, classe 1982, figlio secondogenito di Giuseppe detto Pippo, un addetto alle riprese televisive che gli trasmetterà la passione per quel lavoro, e della grintosa Santina a cui molto somigliava, aitante, sportivo, una vecchia passione per la batteria, che suonava in uno scantinato con gli amici della prima giovinezza, centauro, subacqueo e chi più ne ha, era lanciato verso un futuro radioso.
Mario, infatti, non intendeva fermarsi al ruolo di comprimario dietro la macchina da presa e ambiva alla regia. A quanto pare, il sogno stava per realizzarsi.
Intento a inquadrare le peripezie dei naufraghi sul set di “Supervivientes” in Honduras, la versione spagnola dell’Isola dei Famosi, edizione 2011, il bel siciliano viene notato dalla conduttrice, Raquel Sànchez Silva, nativa dell’Estremadura, di quasi dieci anni maggiore, rampantissima e filiforme bellezza iberica che lo strappa, stando ai gossip, a un’altra fidanzata; e, quando Mario sta per lasciare la location, mentre lei vi si deve trattenere, gli consegna le chiavi della sua casa madrilena, dove lo invita ad attenderla, così sigillando l’inizio di una relazione ufficiale.
Il jet set di quella metropoli può ricordare l’analogo ”milieu” romano e i tabloid impazzano da decenni, raccontando le intime vicende di star e starlette, ormai simili ovunque. A Madrid come a Roma, si respira un clima di albagia che sa di antico, due tipologie diverse di dolce vita: tra basso impero e “La grande bellezza” sotto il cupolone, e molto “monarchica” dall’altra parte del Mediterraneo, un “brodo” forse inadatto a chi, fino a quel momento, ha condotto una vita spensierata. Mario, descritto come un buono da non far arrabbiare, emerge, dai racconti di chi lo ha conosciuto, di temperamento poco propenso a farsi imprigionare in un circolo superbo, blindato, intriso di regole comportamentali e di personaggi tipici del mondo dello spettacolo il cui peso, forse, il giovane Mario aveva sottovalutato, all’atto di trasformarsi da defilato osservatore a protagonista.
Tuttavia Raquel e Mario sembrano innamorati pazzi, e lo scrivono anche sulle partecipazioni di nozze. La “boda” si celebra il 22 giugno 2012 nella fulgida cornice di Taormina, con cerimonia civile in palazzo storico, corteo a piedi lungo le strade, paparazzi spagnoli scatenati, e qualcuno italiano freelance, che spera di vendere le foto nella patria della sposa, biancovestita e secca al limite dell’anoressia. Ormai, al suo paese, è piuttosto conosciuta, dopo anni di gavetta: un trionfo mediatico per lei, che sorride e abbraccia con trasporto i familiari acquisiti e abbonda, tra un tripudio di scatti e ronzii di cineprese, in languidi baci a Mario, più bello che mai.
Si è saputo, dopo la tragedia, che i Biondo non avevano propriamente esultato all’idea di avere quella nuora, soprattutto per l’età di lei, ma Santina osserverà, in seguito, che ormai i giovani “ non puoi più fermarli”.
La luna di miele si snoda magnificamente tra Nepal, Formentera e New York, poi riprende la vita di tutti i giorni. Il ritorno, per molti sposini, si rivela talora traumatico, ma, quando si è abituati alla convivenza, è presumibile che la coppia sia già rodata. Il punto è che, da “principe consorte”, lo status di Mario comportava nuove esposizioni cui far fronte, e la forza per tollerare la presenza di manager, assistenti e quant’altro gravitava intorno a una neo diva come la Sànchez Silva. Mentre egli coltivava le sue personali ambizioni, si suppone abbia dovuto abituarsi a una vita di apparenze e sorrisi ostentati, a beneficio del cerchio magico della moglie e della nuova società in cui si trovò a muoversi.