È stato ovviamente Michel Barnier, con un appello alla solidarietà, a concludere il dibattito iniziato nel pomeriggio all'Assemblea Nazionale, chiamata ad esprimersi sulle due mozioni di sfiducia presentate dal Nuovo Fronte Popolare e dai neofascisti di RN.

La prima delle due votazioni sulla mozione della sinistra iniziata intorno alle 20 è stata votata dalla maggioranza dell'assemblea: è la prima volta che accade dal 1962.

La presidente dell'Assemblea, Yael Braun-Pivet, ha annunciato, non senza una certa emozione, che  331 deputati avevano votato a favore della mozione di sfiducia presentata dal Nuovo Fronte Popolare contro il governo, superando abbondantemente la soglia richiesta di 288 voti, aggiungendo poi che il disegno di legge sul finanziamento della previdenza sociale per il 2025 era stato respinto e che Michel Barnier dovrà presentare le sue dimissioni all'Eliseo.

Questi i primi commenti dalla sinistra.

Mathilde Panot, leader dei deputati della France insoumise: "Il governo Barnier è stato una provocazione dopo il voto del secondo turno delle elezioni legislative del 7 luglio, che ha visto in testa la coalizione di sinistra del Nuovo Fronte Popolare. L’unico sovrano in una repubblica è il popolo. Ciò che ha ottenuto il governo Barnier è sia il disonore di aver fatto numerose concessioni a RN durante il dibattito sull'approvazione della legge di bilancio con l'obiettivo di continuare a  mantenersi in vita, sia l'aver guadagnato la sfiducia dell'Assembea".

Anche il capogruppo dei socialisti, Boris Vallaud, si è espresso su quello che ha definito il fallimento del metodo Barnier: 
"Questa sera il mio sentimento non è quello della soddisfazione. Questo voto segnala il fallimento del metodo Barnier, mai messo in pratica, perché nei fatti non ha mai cercato il minimo compromesso con la sinistra. Se avesse voluto il sostegno dei socialisti, avrebbe dovuto ascoltare le loro proposte e applicarle al finanziamento della previdenza sociale".

È un momento cruciale per la Francia, perché non ci sono all'orizzonte soluzioni che la crisi politica possa essere risolta a breve, anche perché non potranno tenersi nuove elezioni parlamentari prima di luglio, e pertanto l'attuale situazione di stallo nell'Assemblea, in cui nessun gruppo può sperare di avere una maggioranza effettiva, è destinata a perdurare.

Che cosa farà Macron adesso, considerando che c'è un nuovo bilancio da approvare per il 2025 entro il 20 dicembre?