In questi ultimi giorni la questione che ha tenuto banco relativa alla siccità di questa estate è se a Roma si dovesse o meno razionare l'erogazione dell'acqua alle utenze capitoline, con turnazioni fino ad 8 ore. Tutto a causa del fatto che la maggiore fone di approvvigionamento per la capitale e dintorni è il lago di Bracciano che a causa delle scarse piogge dello scorso anno e della siccità atuale ha visto decrescere in maniera sensibile il livello delle acque all'interno del proprio bacino.

A sollevare il problema era stata la sindaca di Roma, Virginia Raggi con un'ordinanza del 22 giugno che invitava la popolazione a limitare l'uso dell'acqua solo ad un uso domestico evitando l'irrigazione di orti e giardini, il riempimento di piscine, ecc.

L'ordinanza si basava su una comunicazione inviata al Comune da parte del gestore della distribuzione dell'acqua, ACEA AT02 S.p.A., che "stante il perdurare della siccità, l'aumento delle temperature atmosferiche con contestuale incremento dei consumi idrici e la diminuzione dell'apporto delle fonti di approvvigionamento", invitava le amministrazioni dipendenti dal lago di Bracciano a prendere provvedimenti per limitare l'uso dell'acqua.

Dopo circa due settimane, anche la regione Lazio si accorge che il lago di Bracciano non è così "in salute" come invece dovrebbe essere per garantire la fornitura di acqua a una bella fetta di cittadini laziali. Ecco così che il 7 luglio sul sito della regione si inizia a parlare di emergenza idrica con relativo stop ai prelievi di acqua dal lago di Bracciano.

"Oggi una riunione con i vari attori per fare il punto sulla situazione. L’obiettivo è quello di mitigare al massimo – sino all’estremo rimedio di sospensione della captazione dal lago – l’incidenza della crisi idrica complessiva sul solo bacino di Bracciano."

Successivamente, in particolar modo dalla regione Lazio e dal suo presidente Nicola Zingaretti sono pervenuti messaggi sempre più allarmanti sulla situazione e sulle misure definite sempre più ormai inderogabili per limitare il prelievo di acqua, con sospensione della fornitura, a turno, nelle varie zone di Roma.

Quando ormai sembrava che questa dovesse essere la decisione imprescindibile per salvaguardare l'erogazione dell'acqua a Roma e, soprattutto, la sua principale fonte di approvvigionamento, il lago di Bracciano, è iniziato lo scaricabarile tra i politici su chi maggiormente fosse da ritenersi responsabile per quanto stava accadendo.

Virginia Raggi, sicura della sua posizione e dell'allerta già inviata il 22 giugno, è ststa molto decisa e su facebook ha tuonato in questi termini: «È intollerabile che Roma venga privata dell'acqua. Sono estremamente preoccupata per i miei concittadini, per le attività commerciali e per le attività turistiche. Sono molto allarmata per quello che potrebbe accadere agli ospedali, alle case di cura, alle case di riposo e anche ai Vigili del Fuoco se dovesse essere tagliata l’acqua.

Il Governo deve intervenire ora, non può più temporeggiare. È necessaria la dichiarazione dello Stato di emergenza esattamente come avvenuto meno di un mese fa per Parma e Piacenza: un provvedimento che ha consentito di superare la crisi così come chiedevano i territori.

Io sono stata la prima ad intervenire proprio sul Lago di Bracciano. Il 22 giugno scorso, (https://goo.gl/qKpxhb) ho emanato un'ordinanza proprio per regolamentare gli utilizzi dell’acqua e per tutelare il lago. Per questo l’ordinanza è stata oggetto di derisione ad opera delle stesse persone che oggi stanno attaccando.

Ancora come sindaco della Città Metropolitana, ho immediatamente attivato un monitoraggio su tutti i piccoli prelievi che sono quelli di competenza della ex Provincia per verificarne gli utilizzi e verificare soprattuto che fossero effettuati all’interno delle norme previste. Insomma stiamo mettendo tutti quanti in campo azioni per ridurre i prelievi, ridurre le perdite ed effettuare attività che non venivano effettuate da anni. Tutto questo per tutelare al massimo il Lago di Bracciano.

Adesso ciascuna istituzione, compresa Regione e Governo, deve fare la loro parte e lo deve fare adesso, non è più possibile rinviare: non abbiamo tempo.»

Evidentemente, da parte del PD, stavolta, non si sono trovati i margini tecnici e politici per poter affermare che l'emergenza idrica fosse responsabilità del comune di Roma e di Virginia Raggi, così dopo due settimane di allarmi su una situazione ormai irrecuperabile, venerdì 28 luglio, miracolosamente, la regione Lazio ha trovato una soluzione alternativa, con il presidente Zingaretti che poteva annunciare, in relazione al lago di Bracciano, di aver emesso una «nuova ordinanza che conferma il blocco delle captazioni dal 1 settembre e introduce solo la possibilità di una captazione minima di 400 litri al secondo fino al 10 agosto e di 200 litri al secondo dall’11 agosto alla fine del mese.

Nel pomeriggio di oggi abbiamo informato l’ente gestore di Acea Ato2 che è il responsabile della gestione idrica della Capitale, convenendo che quella di oggi è una opzione per evitare le turnazioni e soprattutto evitare l’emergere di problemi seri di natura sociosanitaria o, addirittura di rischi sulle misure antincendio.»

Naturalmente, non poteva poi mancare un qualche riferimento al nemico dei nemici, la reincarnazione di Attila in persona, Virginia Raggi e sulle responsabilità, a dire di Zingaretti, che la sindaca avrebbe scaricato sugli altri senza assumersi le proprie, in quanto azionista maggioranza di Acea.

Adesso, evangelicamente parlando, tutto è compiuto. Resta però il dubbio se quanto accaduto nelle ultime settimane a Roma sia la conseguenza di una emergenza reale oppure l'ennesimo tentativo da parte del Partito Democratico di alimentare una propaganda contro la sindaca a 5 Stelle in vista delle prossime elezioni politiche.