Questo è quanto ha dichiarato giovedì l'alto rappresentante della Commissione europea Josep Borrell sul nuovo governo di Israele:

«L'Unione europea prende atto dell'accordo politico che potrebbe aprire la strada alla formazione di un governo in Israele. L'Unione europea è disposta a cooperare strettamente con il nuovo governo nella lotta contro il coronavirus. La cooperazione tecnica è in corso e sarà rafforzata su tutti gli aspetti della pandemia. La salute dei nostri cittadini e la risposta alle conseguenze economiche del coronavirus sono le nostre priorità condivise.La posizione dell'Unione europea sullo status dei territori occupati da Israele nel 1967 rimane invariata. In linea con il diritto internazionale e le pertinenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell'ONU, comprese le risoluzioni 242 (1967) e 338 (1973), l'Unione Europea non riconosce la sovranità israeliana sulla Cisgiordania occupata.L'Unione europea ribadisce che qualsiasi annessione costituirebbe una grave violazione del diritto internazionale. L'Unione europea continuerà a monitorare attentamente la situazione e le sue implicazioni più ampie e agirà di conseguenza.»

Pare incredibile, ma in Europa si sono accorti che Israele ha intenzione di annettersi parte del territorio della Cisgiordania, con il placet degli Stati Uniti, in barba a risoluzioni e trattati internazionali, tra l'altro finora già in gran parte disattesi. 

Come ha reagito Israele? Con la solita arroganza ed il solito menefreghismo, tramite le parole del ministro degli Esteri Yisrael Katz che ha affermato che la dichiarazione di Borrell non rappresenta la posizione degli Stati membri:

"Considerando la profondità delle nostre relazioni, e alla luce del fatto che, ancora una volta, una dichiarazione simile non ha ricevuto il sostegno degli Stati membri dell'UE, ci chiediamo quale politica il distinto gentiluomo stia cercando di rappresentare". Ringrazio "i nostri amici in Europa che si sono opposti alle parole del signor Borrell".

Quali siano quegli Stati, il ministro Katz non lo ha specificato, però è da sottolineare che tra quelli, di certo, non vi erano la Francia, il cui ambasciatore all'Onu, Nicolas de Rivière, ha affermato che l'annessione "non passerà incontrastata e avrà conseguenze nelle nostre relazioni con Israele".

Sulla stessa linea anche i rappresentanti alle Nazioni Unite di Gran Bretagna, secondo cui l'annessione di parte della Cisgiordania violerebbe il diritto internazionale e comprometterebbe il processo di pace, e Germania, che sconsiglia l'annessione dei territori palestinesi occupati in quanto ciò avrebbe ripercussioni negative sulla fattibilità della soluzione di pace a due Stati e sulla posizione di Israele all'interno della comunità internazionale. 

Anche il vice primo ministro irlandese, Simon Coveney, si è espresso al riguardo affermando che l'annessione è vietata dal diritto internazionale di cui nessuno Stato può permettersi di dimenticarne l'esistenza. Al parlamento irlandese, tempo fa, è stato avviato l'iter per un disegno di legge che vieti l'acquisto di prodotti provenienti da Israele.

Il ministro degli Esteri palestinese, Riyad al-Maliki, ha dichiarato ieri che lo Stato della Palestina perseguirà Israele nei tribunali internazionali nel caso in cui prosegua con il suo piano di annessione di parte dei territori occupati della Cisgiordania.