Si è svolta la direzione del PD per valutare le modifiche alla nuova legge elettorale, iniziata come di consueto con l'introduzione del segretario del partito Matteo Renzi che, come suo solito, ha svolto il tema secondo un cliché che ormai è stato usato, se non abusato, più volte e che può essere riassunto in questi termini: i problemi sono altri, nel mondo ci sono questioni più serie e importanti da affrontare, il mio governo ha ottenuto se non sempre, quasi sempre, ottimi risultati ed altro sempre su questa linea, fino a concludere che, se proprio la minoranza ci tiene a modificare la legge elettorale, glielo concedo.
Ovviamente, questo non è il virgolettato di Renzi, ma la sostanza è rispettata, aggiungendo che non bisogna dimenticarsi di sottolineare il tono con cui queste parole sono state dette, tra l'arrogante e il condiscendente, che si usa solitamente con le persone che infastidiscono, ma di cui, per il momento, non è possibile fare a meno.
Volete delle modifiche all'Italicum? Allora - ha suggerito Renzi - propongo una commissione, guidata da Guerini e di cui potrà far parte anche un rapresentante della minoranza del partito (con la concessione che venga nominato dalla stessa minoranza!) che avrà il compito di coordinare le proposte di modifica, valutando anche ciò che diranno gli altri partiti.
Cuperlo gli ha risposto che se l'Italicum non cambierà prima del referendum lui voterà No e si dimetterà da parlamentare. Secondo l'Unità, invece, si afferma che Cuperlo accetta la sfida!
Negli altri interventi, soprattutto della maggioranza, da segnalare quello di Giachetti che ha criticato la minoranza per la richiesta di voler cambiare la legge elettorale. Inaccettabile, secondo lui. Il tono del suo intervento, definirlo accalorato, è molto eufemistico.
Altri interventi di rappresentanti della maggioranza, tipo quello di Gentiloni e Franceschini, possono essere riassunti nel desiderio di far presente la necessità di votare Sì al referendum, per la stabilità dell'Italia anche in funzione di come è percepito dagli altri paesi questo appuntamento, mentre le modifiche all'Italicum sono state ritenute un problema secondario, non importante.
Invece, il ministro della Giustizia Orlando, in controtendenza, ha detto di essere favorevole ad una modifica della legge perché sono cambiate le condizioni politiche. L'Italicum, ha detto lui, andava bene per un sistema bipolare, mentre adesso in Italia c'è il tripolarismo. Anche se per motivi diversi, anche Speranza, minoranza dem, vuole un cambiamento della legge elettorale.
L'assemblea si è conclusa con uno spot di Renzi sul referendum costituzionale e sulla necessità di votare Sì, credendo forse di essere in una trasmissione televisiva. Può darsi, viste le sue quotidiane apparizioni in tv, che si sia confuso. Dopo il discorso di chiusura del segretario vi è stata la votazione con i presenti che, compatti, hanno approvato la relazione del segretario.
In pratica, riassumendo la riunione, l'unico aspetto concreto è stato quello di creare questa commissione per valutare le modifiche da apportare alla legge elettorale che non è chiaro, però, in che tempi inizierà a lavorare e che cosa sia in grado di produrre, fermo restando che è evidente, invece, che in Parlamento non ci potranno essere alcune modifiche all'Italicum prima del referendum di dicembre. Fassino, nel suo intervento, aveva auspicato che si indicasse e si votasse una direzione di modifica per la nuova legge già nella stessa serata, proprio per dare alla commissione una linea su cui lavorare. L'intervento è rimasto inascoltato.
Conclusione. Come ogni direzione del PD nell'era Renzi, si è celebrata una cerimonia per avere la scusa per dire che nel partito vi è un dibattito democratico dove si discute e si prendono decisioni. Alla prova dei fatti, ancora una volta, non è stato concluso niente e le eventuali modifiche all'Italicum che verranno proposte nella commissione saranno quelle che Renzi avrà suggerito a Guerini in base alle proprie convenienze politiche. Tutto ome da prassi per la democrazia 2.0... in perfetto stile Renzi.