Il 20 maggio, il totale delle persone che hanno contratto il virus è di 227.364, con un incremento rispetto a ieri di 665 nuovi casi. Il numero degli attualmente positivi è di 62.752, con una decrescita di 2.377 rispetto al dato di martedì.

I casi attualmente positivi sono 26.671 in Lombardia, 9.151 in Piemonte, 5.098 in Emilia-Romagna, 3.532 in Veneto, 2.117 in Toscana, 2.178 in Liguria, 3.786 nel Lazio, 1.974 nelle Marche, 1.442 in Campania, 1.902 in Puglia, 126 nella Provincia autonoma di Trento, 1.523 in Sicilia, 596 in Friuli Venezia Giulia, 1.317 in Abruzzo, 272 nella Provincia autonoma di Bolzano, 66 in Umbria, 331 in Sardegna, 46 in Valle d’Aosta, 353 in Calabria, 198 in Molise e 73 in Basilicata.

Tra gli attualmente positivi, 676 sono quelli in cura presso le terapie intensive, 40 in meno rispetto a 24 ore fa, e 9.624 quelli ricoverati con sintomi, - 367 pazienti rispetto a ieri. 52.452 persone, pari all’84% degli attualmente positivi, sono in isolamento senza sintomi o con sintomi lievi.

Il numero complessivo dei dimessi e guariti sale invece a 132.282, con un incremento di 2.881 sul dato di ieri.

Oggi i deceduti sono 161 e portano il totale a 32.330. 


Come era facile prevedere, nelle scorse ore sono apparse immagini di assembramenti - in genere davanti a bar e locali - avvenuti in alcune città italiane, da nord a sud, con persone - soprattutto giovani - che se avevano la mascherina, la indossavano rigorosamente abbassata. 

Gli oltre 32.000 morti, da quelle persone, non sono evidentemente ritenuti sufficienti per confermare la pericolosità del virus che è ancora ampiamente presente e circolante in tutto il Paese, interessando n volte il numero totale di contagiati, relativo solo alle persone in cui la Covid è stata ufficialmente riscontrata con un tampone. 

Eppure non dovrebbe essere un concetto difficile da comprendere!