Salvini: "Il governo cambia un’altra volta idea e torna a CHIUDERE negozi e locali, mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro, mentre il virus viene importato dall’estero. Un governo duro con gli italiani e morbido con i clandestini. Non se ne può più."Meloni: "Conte punta al nuovo lockdown, si utilizzano i giovani come apripista per comprimere le libertà. Aspettiamoci la sorpresa: non riapriranno le scuole, al governo interessano solo gli sbarchi per i clandestini che poi scappano e infettano". Santanchè: "Conte punta al nuovo lockdown, si utilizzano i giovani come apripista per comprimere le libertà. Aspettiamoci la sorpresa: non riapriranno le scuole, al governo interessano solo gli sbarchi per i clandestini che poi scappano e infettano". Sgarbi: "L'unico Paese in stato di emergenza è l'Italia: perché noi sì ma Spagna, Francia e Germania no? State facendo terrore e paura. Parlate dei dati reali!"


Queste alcune delle dichiarazioni rilasciate dai parlamentari di destra contro le misure imposte lo scorso fine settimana dal ministro della Salute, Roberto Speranza, per arginare la ripresa del contagio da Covid, dopo  che il numero di nuovi casi i Italia ha ripreso a correre. Numero, va ricordato, che fotografa la situazione di due, tre settimane fa.

Pur essendo persone che in futuro pretendono di voler governare il Paese, ignorano che Spagna e Francia sono state costrette ad attuare nuove misure per il contenimento dei contagi dopo aver registrato fino a 3mila nuovi casi giornalieri, mentre la Germania che di nuovi casi ne registra la metà pur applicando rigide misure di confinamento a singoli focolai, si sta interrogando se non sia necessario ripristinare almeno delle nuove zone rosse.

Non solo, quei parlamentari ignorano anche che in Corea del Sud, Paese che ha contato solo 300 decessi causati dalla Covid, sono state imposte rigide misure di distanziamento sociale, con la chiusura di locali pubblici, oltre al divieto di eventi  all'aperto con più di 100 persone, solo perché in presenza di 200 nuovi contagi/giorno, un terzo di quelli registrati in Italia.


A dimostrare la pochezza intellettuale, etica e morale di persone che non hanno responsabilità di governo e mirano solo ad acquistare consenso, giocando però sulla pelle della gente cui chiedono il voto, è l'intervista che un loro paladino, il presidente leghista della regione Veneto Luca Zaia, ha rilasciato al Corriere

Questi alcuni estratti:

«È difficile essere contrari alla chiusura [delle discoteche], perché certe scene che abbiamo visto sono inaccettabili. Ma stiamo attenti alla demonizzazione delle discoteche».

Lo ammette anche lei, non si poteva fare diversamente.
«Purtroppo sì. Sicuramente per responsabilità di alcuni gestori che hanno voluto riempire oltre misura i loro locali. Ma, va detto, anche per l’irresponsabilità di chi non indossa la mascherina e non rispetta il distanziamento. Di chi pensa che non ci sia un domani. Ma attenzione... Non si creda che chiudere risolva tutto. Nelle località di mare la gente si riversa sulle strade o nelle piazze. In certi luoghi non si riesce nemmeno a camminare. Lì il problema non esiste?»

Lei stesso era intervenuto con un’ordinanza che imponeva alle discoteche una capienza massima del 50%.
«Ho cercato un punto di equilibrio».

Non è bastato?
«No, visto che la sera stessa un locale è stato chiuso dopo i controlli».

Allora vede che c’è chi non vuol capire?
«Sì, per carità, però umanamente mi dispiace che per pochi irresponsabili paghi un intero settore. È anche per questo che ho chiesto al governo di prevedere misure di ristoro per chi subirà danni».

...

Non si poteva stare a guardare: i contagi stanno risalendo, c’è chi si comporta come se nulla fosse.
«Questo succede perché il virus è meno evidente, meno aggressivo. E tuttavia c’è, non possiamo nascondercelo».

I numeri in Veneto non sembrano preoccupanti.
«Abbiamo 6900 persone in isolamento, ma i positivi sono solo 1600. I ricoverati in terapia intensiva 5. Ma i numeri rischiano di dare una percezione sbagliata per una narrazione che ha ingenerato un grande equivoco».

Quale?
«Che sia il virus degli anziani. A furia di parlare di morti nelle Rsa, è passata l’idea che sia un problema limitato ai vecchi. I giovani si sono sentiti esentati. Ma si sbagliano di grosso. Intanto l’età media delle persone contagiate si è abbassata di molto. E poi questo è un virus che non perdona, non è una bronchite che si cura con l’antibiotico».