Esteri

Svelato il mistero: Israele vuole deportare in Congo i palestinesi di Gaza che "volontariamente" decidano di abbandonare la Striscia

Il governo israeliano avrebbe intenzione di deportare i palestinesi che volontariamente scelgano di lasciare la Striscia di Gaza. Per questo, Netanyahu e altri membri del suo governo stanno trattando con nazioni disposte ad accogliere migliaia di migranti, in primis il Congo, che sarebbe dispostissimo a riceverli.

Si tratta di una boutade di qualche giornalaccio antisemita? Tutt'altro, visto che la notizia è pubblicata come esclusiva dal The Times of Israel, fonte "kosher" secondo l'Aipac e, pertanto, attendibilissima e tutt'altro che anti-israeliana.

Lunedì scorso - scrive il quotidiano israeliano -, Netanyahu ha detto ad una riunione del Likud che sta lavorando per facilitare la migrazione volontaria degli abitanti di Gaza verso altri paesi.“Il nostro problema è [trovare] paesi disposti ad assorbire gli abitanti di Gaza, e ci stiamo lavorando”, ha detto.Il primo ministro ha risposto al deputato del Likud Danny Danon, il quale ha affermato che “il mondo sta già discutendo le possibilità dell’immigrazione volontaria”, sebbene l’idea sia stata categoricamente respinta dalla comunità internazionale.I partiti di estrema destra, Sionismo religioso e Otzma Yehudit, guidati rispettivamente dal ministro delle Finanze Bezalel Smotrich e dal ministro della Sicurezza Nazionale Itamar Ben Gvir, hanno sostenuto i piani di migrazione.Martedì, il Dipartimento di Stato americano ha redarguito Smotrich e Ben Gvir per aver sostenuto il reinsediamento dei palestinesi fuori Gaza, definendo la loro retorica “irresponsabile”. Mercoledì Smotrich ha respinto il rimprovero, sostenendo che oltre il 70% degli israeliani sostiene l’idea di “incoraggiare l’immigrazione volontaria” perché “due milioni di persone [a Gaza] si svegliano ogni mattina con il desiderio di distruggere lo Stato di Israele”.L'ufficio di Netanyahu ha rilasciato in passato dichiarazioni in cui insisteva pubblicamente sul fatto che Smotrich e Ben Gvir non rappresentano la politica del governo in materia, nonostante i suoi stessi commenti della scorsa settimana a sostegno di un trasferimento di popolazione.Anche altri ministri e legislatori del Likud (il partito di Netanyahu) hanno sostenuto tale ipotesi.Martedì, il ministro dell’Intelligence Gila Gamliel ha detto alla rivista Zman che “la migrazione volontaria è il programma migliore e più realistico per il giorno successivo alla fine dei combattimenti [a Gaza, ndr]”.Martedì, durante una conferenza tenutasi alla Knesset per esaminare le possibilità per la Gaza del dopoguerra, Gamliel ha dichiarato: “Alla fine della guerra, il governo di Hamas crollerà. Non esistono autorità comunali; la popolazione civile dipenderà interamente dagli aiuti umanitari. Non ci sarà lavoro e il 60% dei terreni agricoli di Gaza diventeranno zone cuscinetto di sicurezza”.   [...]Gamliel ha dichiarato che Gaza non deve essere consegnata all’Autorità Palestinese, e che gli abitanti di Gaza non devono essere lasciati nella Striscia per essere educati all’odio, poiché ciò significherebbe che ulteriori attacchi contro Israele sarebbero solo questione di tempo. Pur rifiutando il ritorno dell'Autorità Palestinese, il governo ha offerto pochi dettagli su quale entità politica vuole che governi la Striscia.“Il problema di Gaza non è solo un nostro problema”, ha detto Gamliel. “Il mondo dovrebbe sostenere l’emigrazione umanitaria, perché è l’unica soluzione che conosco”.Danon, anch'egli del Likud, è un altro dei principali sostenitori del piano per incoraggiare gli abitanti di Gaza a lasciare la Striscia.Martedì lo ha presentato alla Knesset, suddiviso in cinque fasi: smobilitazione, creazione di una zona cuscinetto di sicurezza, presenza israeliana al valico di frontiera di Rafah tra Gaza ed Egitto, emigrazione volontaria e sradicamento del terrorismo.   [...]

C'è bisogno di altre prove per comprendere quali fossero le reali intenzioni di Israele nel momento in cui ha iniziato a bombardare Gaza? Come si fa a poter credere di voler sconfiggere Hamas, quando si rade al suolo qualunque edificio e struttura sia stata costruita in meno di 400 Km², negando l'accesso ai beni primari per la sopravvivenza della popolazione "imprigionata" in quel territorio? Dopo aver terrorizzato e sfinito gli abitanti di Gaza per mesi, i sionisti proporranno ai sopravvissuti una tregua permettendogli di fuggire in un'altra nazione.

Quello che sta facendo lo Stato ebraico è la semplice e criminale riproposizione di quanto fatto nel 1948 con quella che i palestinesi hanno chiamato nakba. 

È questo che stanno supportando con la loro criminale complicità Stati Uniti, Canada, Regno Unito e tutti i Paesi membri della Comunità europea... il cosiddetto occidente democratico che spende centinaia di miliardi tra dollari ed euro per evitare che la Russia faccia altrettanto in Ucraina.

Perché, allora, allo Stato ebraico deve esser permesso ciò che invece viene strenuamente impedito a Mosca?

Autore Giuseppe Ballerini
Categoria Esteri
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