Luigi Di Maio ha celebrato il 25 aprile in una cerimonia a Roma nella sinagoga di via Balbo, dichiarando tra l'altro: "Oggi non è il giorno delle polemiche... la Liberazione nazionale è un momento che unisce tante comunità e che deve unire sempre di più. Non deve essere un giorno di divisioni, deve essere un giorno di unione".
Ma così non è. Pertanto anche questa volta, come sempre accade da qualche anno a questa parte, coloro che nelle manifestazioni ufficiali del 25 aprile sfilano sotto la bandiera della Brigata Ebraica, che purtroppo coincide con la bandiera dello Stato di Israele, viene immancabilmente contestato.
La Brigata Ebraica era un corpo dell'esercito britannico, costituito verso la fine del 1944 da ebrei provenienti da Palestina, Canada, Sudafrica ed Australia, che durante la II guerra mondiale combatté in Italia e in Austria.
Pertanto, è innegabile il suo contributo alla liberazione del nostro Paese dal nazifascismo e di conseguenza il diritto ad essere ricordata nelle celebrazioni del 25 aprile.
Ma quello che in molti fanno ipocritamente finta di non vedere e di non voler capire è che quella bandiera e gran parte delle persone che quella bandiera fanno sventolare rappresentano anche uno Stato che ha messo ufficialmente in atto l'apartheid, applicando una discriminazione religiosa e razziale nei confronti degli arabi israeliani e dei palestinesi dei Territori Occupati, facendo più o meno quello che nazisti e fascisti facevano agli stessi ebrei nel periodo antecedente allo scoppio dell'ultima guerra mondiale, con l'applicazione delle leggi razziali.
I democraticissimi Stati occidentali, con la maggioranza di chi li abita, fanno finta di non accorgersi e di non vedere quello che accade in Palestina e lo stesso fanno gli ebrei che non abitano nello Stato ebraico ma che ne sono cittadini di fatto con l'approvazione della legge Stato Nazione.
Da oltre 50 anni, Israele occupa militarmente un territorio che sfrutta a proprio beneficio violando apertamente il diritto internazionale, compresi i diritti umani, e impedisce a coloro che vivono nella Striscia di Gaza, trasformata in ghetto, qualsiasi libertà di movimento.
Chi sfila nelle manifestazioni del 25 aprile dicendo di rappresentare la Brigata Ebraica, sa benissimo di rappresentare anche Israele con tutte le sue contraddizioni e le sue "atrocità" nei confronti dei palestinesi. Se qualcuno ricorda loro l'ipocrisia di chi da vittima si è oggi trasformato in carnefice, non dovrebbe per questo essere criticato, ma solo ringraziato.