Dopo aver ritardato di molte ore il discorso che aveva annunciato per la mattinata, lunedì Netanyahu ha parlato alla nazione, mentre 100mila manifestanti premevano nei pressi della Knesset, per annunciare di aver rimandato la seconda e la terza lettura del suo controverso disegno di legge sulla riforma della giustizia alla prossima sessione parlamentare, cioè alla fine di aprile, nel tentativo di raggiungere un più ampio consenso per portarla a termine.

Nel discorso Netanyahu ha affermato che il suo governo non vuole arrivare ad una guerra civile, con l'attuale crisi che rappresenta una vera minaccia per l'unità nazionale.

Il premier ha pure sottolineato il pericolo per la sicurezza dello Stato, rappresentato dal rifiuto dei riservisti di rispondere alle convocazioni dell'esercito.

Per Netanyahu, i disordini di queste settimane sono dovuti ad una minoranza estremista, pronta a tutto per dividere il Paese, e l'aver ritardato la riforma della giustizia è un atto di responsabilità da parte del suo governo. 

Lo stop alla riforma era ciò che il suo ministro della Difesa, Gallant, aveva chiesto lo scorso fine settimana. Per questa ragione domenica Netanyahu gli aveva tolto l'incarico, gettando ulteriore benzina sul fuoco ben avviato della protesta che, nelle ore successive, è di nuovo  esplosa senza che neppure venisse coordinata.

Al mattino, mentre l'annuncio di scioperi bloccava tutto Israele, Netanyahu su è arreso e ha fatto annunciare che avrebbe sospeso l'iter della riforma.

L'annuncio ufficiale, però, è arrivato in tarda serata, soltanto dopo che il premier è riuscito a convincere gli alleati di estrema destra che appoggiano l'esecutivoe  che di ritirare la legge proprio non ne volevano sentir parlare, tano da annunciare di voler mandare in piazza i loro sostenitori per una contromanifestazione. Poi, la svolta... di cui però si devono ancora conoscere le contropartite. 

E i manifestanti? Per il momento i sindacati hanno annunciato un ritorno alla normalità ritirando gli scioperi, mentre i leader della protesta non hanno ancora commentato le dichiarazioni di Netanyahu. I leader delle opposizioni hanno rilasciato dichiarazioni in cui manifestano disponibilità al dialogo.

Per il presidente Isaac Herzog, la pausa nel processo di approvazione della riforma giudiziaria era la decisione giusta da prendere, auspicando in futuro una più ampia intesa possibile, con l'invito alla responsabilità da parte di tutti.

Sarà possibile un accordo su una legge che la piazza pretendeva non tanto di modificare, quanto di cancellare? A inizio maggio avremo la risposta, a meno che Netanyahu si dimentichi della riforma e passate le festività della pasqua ebraica finisca per occuparsi di altro.