Con tutto quello che succede oggi, com'è possibile affermare che si possa “acchiappare la felicità”?
Perché è la verità.
Gianni Rodari raccontava di aver cercato la parola “felicità” nel vocabolario, scoprendo che significa: «essere pienamente contenti, per sempre o per lungo tempo». Ma di questi tempi è impossibile! Se ne rese conto e non diede retta al vocabolario. Pensò: «la felicità deve essere per forza qualche altra cosa, una cosa che non ci costringa a essere sempre allegri e soddisfatti (e un po' stupidi) come una gallina che si è riempita il gozzo».
Penso che avesse ragione. Se si fosse sempre contenti della vita come si potrebbe più apprezzare la felicità stessa?
Il vostro piatto preferito, gustoso, abbondante, come lo apprezzereste mai se diventasse il cibo di tutti i giorni e di tutti i pasti?
«Forse - continuava Rodari - la felicità sta nel fare le cose che possono arricchire la vita di tutti gli esseri umani; stare dunque in armonia con coloro che vogliono e fanno le cose giuste e necessarie».
Ecco! Allora dobbiamo solo chiederci come e quando possiamo fare queste cose giuste.
C'è forse un motivo per ritardare? Possiamo e dobbiamo iniziare subito ad arricchire la vita facendo cose positive, aiutando altri a farle, unendo gli sforzi e perseguendo ciò che è giusto per tutti. Non importa quali altre pietanze ci saranno nella tavola della vita, i sacrifici e talvolta i bocconi amari, perché avremo arricchito la nostra tavola con le altre prelibatezze che riscatteranno i sapori sgraditi.
Cercate chi, come voi, sta facendo lo stesso o è disponibile a fare. Trovate chi ha bisogno di voi ancora prima di chi può aiutarvi. Fate quelle cose semplici e giuste per tutti.
Rodari ha ragione: ogni altra forma di felicità è transitoria, ci rende quasi stupide come galline. Nulla può soddisfare così tanto e così a lungo come arricchire la propria esistenza cooperando con chiunque altro per rendere migliore questo mondo.
Base foto: Jill Wellington da Pixabay