I trend o tendenze o notizie virali, che giornalmente circolano in rete, sono utili per capire quale sia per molte persone l'argomento del giorno, quello su cui vale la pena discutere, esprimere un'opinione. L'accuratezza della notizia, però, è oscurata dal boato che crea e così, in alcuni casi, finisce per essere riportata in maniera solo parzialmente corretta, in altri addirittura stravolta.
Mercoledì, sui social è stata lanciata la notizia di una classifica redatta dalla BBC sui politici che hanno diffuso fake news sul coronavirus, dove Salvini si è classificato terzo dopo Trump e Bolsonaro.
La notizia in questione è un servizio della BBC dello scorso 20 aprile dove Chris Morris prende in esame le dichiarazioni di alcuni politici relative alla pandemia, in relazione ad affermazioni non provate, non riscontrabili e pertanto false.
Nel servizio non si riporta una classifica, ma solo una descrizione delle dichiarazioni false a partire da quelle di Trump, cui subito dopo seguono quelle di Salvini (relative ad una vecchia notizia del tg scientifico di Rai 3), quelle di Bolsonaro (su una cura per la malaria che è efficace anche per la Covid-19) ed infine, quelle di un politico indiano.
Perché Salvini sarebbe terzo "classificato"? Perché nell'immagine che introduce il servizio su iPlayer (piattaforma analoga a RaiPlay della nostra tv pubblica) vi è l'immagine in alto dove Salvini è visualizzato dietro a Trump e Bolsonaro.
Come hanno lanciato i social questa notizia, oltretutto datata? Lo riassumo nel linguaggio utilizzato dagli utenti: Salvini è un cazzaro che è arrivato terzo nella "classifica dei politici che diffondono più notizie false al mondo, nelle settimane della pandemia, stilata dalla Bbc. Al primo posto c’è il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, seguito dal brasiliano Bolsonaro e al terzo posto c’è Matteo Salvini".
In fondo, riportare la notizia in questi termini non è del tutto sbagliato, la sostanza c'è, ma non è neppure corretto. Il problema, però, è che poi tale notizia finisce per essere fatta passare per vera perché pubblicata da un quotidiano, come dimostra il virgolettato precedente preso da Repubblica!
E sicuramente oltre a Repubblica la stessa notizia non corretta è stata ripresa da altri media e riproposta senza verifica... finendo così per essere considerata vera.
In tal modo, paradossalmente, una (quasi) fake news finisce per raccontare una vera fake news.