Per la prima volta da molte settimane, sia il Brent che il WTI hanno chiuso con un bilancio negativo. Il primo è sceso a 70 dollari, il secondo a 62.

Tutto questo mentre le sanzioni Usa ad Iran e Venezuela, la guerra in Libia e gli accordi sui livelli di produzione dei Paesi Opecvfarebbero ritenere più logico un aumento dei prezzi e non certo una loro diminuzione.

Il motivo del ribasso delle quotazioni è dovuto ai livelli di produzione record degli Stati Uniti che hanno raggiunto i 12,3 milioni di barili al giorno, con le scorte che sono addirittura quattro volte maggiori rispetto a quanto gli analisti avessero previsto.

Da capire fino a quando la produzione americana sarà in grado di sostenere la domanda di petrolio. Nel momento in cui questa dovesse iniziare a non essere più sufficiente la quotazione del greggio riprenderà a salire.