Economia

Chiude lo stabilimento della Whirlpool a Napoli


30 ottobre 2018:
Whirlpool non licenzierà nessuno e, anzi, riporterà in Italia parte della sua produzione che aveva spostato in Polonia. Questo è il frutto di una lunga contrattazione che siamo riusciti a chiudere al ministero dello Sviluppo Economico. Sono quindi orgoglioso di dire che ce l'abbiamo fatta: stiamo riportando lavoro in Italia!

31 maggio 2019:
La notizia della chiusura dello stabilimento Whirlpool di Napoli sarebbe già grave al solo pensiero che 430 lavoratori rischino di non avere più un posto di lavoro, ma diventa assurda se si pensa che, con questa scelta, i vertici aziendali decidano di stracciare un accordo che Whirlpool ha firmato lo scorso 25 ottobre al ministero dello Sviluppo Economico e col quale si impegnava a investire in Italia con un piano triennale da 250 milioni di euro. Solo dopo la firma di quell’accordo e l’impegno concreto della multinazionale, il ministero del Lavoro concesse gli ammortizzatori sociali a sostegno delle donne e degli uomini che lavoravano per la Whirlpool. Aiuti meritati, visto l’impegno da loro profuso e poiché vittime incolpevoli di fallimenti che nulla avevano a che fare con la loro attività.Con questo comportamento, però, i nuovi vertici di Whirlpool hanno mancato di rispetto a loro, ancor prima che al ministero dello Sviluppo Economico e al governo stesso. Pretendo che venga puntualmente fatta chiarezza su quanto accaduto nelle scorse ore al tavolo che ho già convocato per il prossimo 4 giugno. Chiarezza che dovrà esser fatta prima di tutto per i 430 lavoratori e le loro famiglie, che sono e restano la priorità assoluta per il sottoscritto e tutto il Mise, che è pronto a rimettere in discussione l’intero piano industriale e a verificare l’utilizzo che è stato fatto degli ammortizzatori sociali fino ad oggi.

Queste le dichiarazioni dell'allora pluriministro (del Lavoro e dello Sviluppo) Luigi Di Maio a commento della sua attività a favore dei lavoratori dello stabilimento di Napoli della Whirlpool. Dopo due anni dal quel 30 ottobre 2018, Luigi Di Maio si occupa d'altro e della Whirlpool non si preoccupa più... che siano i suoi colleghi a sbrigarsela.

Ma anche i suoi colleghi, sia sui social che sui siti istituzionali non hanno interesse nel ricordare quanto sta accadendo a Napoli.

Già, ma che cosa sta accadendo? 

Che da domenica 1 novembre lo stabilimento di Napoli della Whirlpool chiude i cancelli e lascia senza lavoro 350 dipendenti che a breve, insieme alle loro famiglie, non avranno più un reddito.

Come sottolinea in un suo commento l'Unione sindacale di Base, questa vicenda è la cartina di tornasole che ci ricorda ancora una volta che "gli interventi tampone, come plasticamente dimostra la vicenda ArcelorMittal, la subordinazione ai capricci delle multinazionali, la disponibilità a usare i soldi pubblici per andare in soccorso non ai lavoratori ma ai padroni, si sono dimostrati non solo inefficaci ma addirittura hanno diffuso l'idea che nel nostro Paese si possa venire a fare shopping industriale serviti e riveriti e si possa scappare con i profitti e con i soldi dello Stato. ...Sul tavolo del MISE giacciono da tempo immemore più di duecento vertenze che non hanno trovato e non troveranno soluzione, ma porteranno inevitabilmente, soprattutto in questa drammatica fase, ad avvicinarci sempre più al baratro della totale desertificazione industriale".

Naturalmente, le dichiarazioni di sindacati e istituzioni, puramente di facciata, annunciano ricorsi, appelli, nuovi fondi... ma tutto è ormai scritto e l'unica consolazione per quegli ex lavoratori è uno stipendio garantito fino a fine anno. Ma poi?

Autore Mario Falorni
Categoria Economia
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