Schiaffo della Spagna all'Italia: la Aquarius attraccherà nel porto di Valencia
In una nota del primo pomeriggio, il neo presidente del governo spagnolo, il "socialista" Pedro Sánchez, dichiara di aver dato istruzioni affinché la Spagna rispetti gli impegni internazionali relativi alle crisi umanitarie e ha annunciato che ospiterà la nave Aquarius in un porto spagnolo, dopo che "oltre 600 persone sono state abbandonate al loro destino nel Mediterraneo".
Per questo motivo - ha proseguito la nota - è nostro dovere evitare una catastrofe umanitaria ed offrire "un porto sicuro" a queste persone, rispettando così gli obblighi del diritto internazionale.
Il porto messo a disposizione dalla Spagna alla nave Aquarius è quello di Valencia, dopo che anche la compagna Ada Colau, sindaco di Barcellona, aveva dichiarato che il porto della sua città era a disposizione della Aquarius.
Il portavoce della IOM (International Organization for Migration), Leonard Doyle, ha detto che la decisione del governo spagnolo «dimostra una leadership morale e rispettosa dei diritti, una cosa che al mondo oggi è rara."Qualsiasi decisione che permetta alle persone a bordo di essere al sicuro deve essere applaudita.»
Ximo Puig, al capo del governo della Comunidad Valenciana, ha applaudito la decisione di Sánchez. Lo stesso fa fatto il sindaco di Valencia, Joan Ribó, che ha ricordato che la città che rappresenta è una «città rifugio» e ha considerato «assolutamente disumano lasciare una barca alla deriva in quella situazione».
Il ministro dell'Interno Matteo Salvini, considera quanto accaduto come un successo, parlando vittoria e di obbiettivo raggiunto.
I 5 Stelle, per non apparire succubi della volontà di Salvini che in questa vicenda ha agito in piena autonomia in base al proprio personale tornaconto che guarda ancora al consenso degli elettori, hanno cercato di metterci una pezza, affannandosi a dichiarare che la loro posizione, riguardo ai migranti, è senmpre stata ed è ancora più intransigente e ancora più a destra di quella della Lega.
L'ultimo tentativo di questa nuova narrazione, in perfetto stile Renzi, è un post di Di Maio, riportato integralmente di seguito:
«Questi giorni si è parlato tanto della nave Aquarius. Il dibattito che si è sviluppato sui media su questo tema non ha aiutato a comprendere cosa stesse succedendo, perché, invece di spiegare come stavano le cose, molto opinionisti e politici si sono buttati sulle ideologie. La nave Aquarius trasporta 629 richiedenti asilo. Non è una bagnarola ma una nave attrezzata che non si trova in nessuna situazione di emergenza. Visto che a bordo si trovano anche donne in stato di gravidanza e altre persone che possono necessitare di interventi medici, il nostro governo ha subito mandato motovedette con personale medico.
Ora, qual è il punto: che il nostro governo ha deciso, visto che non c’era nessuna emergenza, di non far sbarcare la nave e di fare appello agli altri Paesi europei affinché non lasciassero ancora una volta da sola l'Italia nella gestione dei flussi migratori che è un fenomeno che riguarda tutta l’Europa.
Abbiamo chiesto quello su cui a parole tutti i Paesi europei sono d accordo: aiuto, solidarietà, suddivisione equa dei migranti che arrivano. Poche ore fa il Presidente spagnolo Sanchez ha annunciato che la Spagna accoglierà la nave Aquarius. È una notizia importante perché segna un punto di svolta. E’ bastato fare ciò che avrebbero dovuto fare i governi precedenti, cioè dire “l’Italia non può più farsi carico da sola di questa fenomeno globale”che finalmente si è attivato un altro Paese.
Da oggi l’Italia non è più sola e ci auguriamo che gli altri leader europei seguano l esempio di Sanchez. Questa è la dimostrazione che se si vuole si può fare. Ora speriamo che questo non rimanga un gesto isolato ma che dia il via ad un approccio strutturale. Che deve passare prima di tutto per la modifica del Regolamento di Dublino.
Ne sentite spesso parlare in queste ore, e noi lo chiediamo da sempre. Qual è il problema di questo regolamento? Che obbliga il primo Paese che accoglie i migranti a gestirli. E il primo Paese negli ultimi anni è sempre stato l’Italia. E ‘ questo che ha creato il business dell’immigrazione, e che fa dire a certi gestori di cooperative che l’immigrazione rende più della droga (ve lo ricordate Buzzi, dell’inchiesta Mafia Capitale?)
Questo tema per me è molto importante, perché qui sono in ballo diritti umani di persone che vengono sfruttate per fare business, mentre l’Italia spende ogni anno miliardi delle tasse dei cittadini per gestire da sola una serie di emergenze che si susseguono senza sosta. E’ ora di dire basta. Vedete, non è facile dire basta al business dell’immigrazione, perché si rischia subito di essere bollati come razzisti, xenofobi e altri insulti simili. In realtà vogliamo fare solo cose di buon senso che vanno a vantaggio sia degli italiani che dei migranti.
Un anno fa avevo denunciato il fenomeno, avendo il coraggio di dire che alcune ONG facevano trasporto di migranti e non salvataggio, che sono due cose ben diverse! Un anno fa sono poi andato a Bruxelles, per parlare con il Direttore del Programma Frontex. Se non sapete cos’è, vi spiego subito di cosa si tratta: è il programma con cui si gestiva l’emergenza immigrazione. Ero stato a Ventimiglia, a vedere coi miei occhi cosa succede alla frontiera tra Italia e Francia, dove ogni giorno le autorità francesi ci rimandano indietro migranti che vorrebbero magari ricongiungersi ai loro famigliari in Francia.
Ora è chiaro che tutto questo deve cambiare, nell’interesse di tutti. Diritti, doveri e anche la solidarietà vanno condivisi. Stiamo cambiando l'Italia e stiamo cambiando l'Europa.
Da oggi l'immigrazione non è più un business su cui lucrano scafisti e professionisti dell’accoglienza, ma diventa una questione che deve essere affrontata da tutti i Paesi europei per garantire gli interessi sia dei cittadini sia dei rifugiati che davvero scappano dalle guerre. Chi invece voleva solo fare profitti, dovrà cercarsi un'altra occupazione. La fine del business dell’immigrazione è nei nostri venti punti. E oggi abbiamo messo la prima pietra.»
Una pietra talmente grande che può essere definita anche tombale... sul Movimento e sulle presunte idee e interessi che avrebbe dovuto portare avanti. Ma il "povero" Di Maio non lo ha capito, come è normale che sia.