Lettera aperta al "vescovo" Andrea Panerini
Lettera aperta al sedicente ipervescovo primate dell'arcidiocesi d'Italia e di tutte le terre emerse e sommerse, sommissimo pontefice, servo dei servi dei servi del suo io, il molto reverendo eccellentissimo dottore professore rettore super magnifico etc. Andrea Panerini
"Gesù li chiamò attorno a sé e disse: ‘Come sapete, quelli che pensano di essere sovrani dei popoli comandano come duri padroni. Le persone potenti fanno sentire con la forza il peso della loro autorità. Ma tra voi non deve essere così. Anzi, se uno tra voi vuole essere grande, si faccia servo di tutti; e se uno vuol essere il primo, si faccia servitore di tutti. Infatti anche il Figlio dell'uomo è venuto non per farsi servire, ma per servire e per dare la propria vita come riscatto per la liberazione degli uomini’”. (Mc 10, 42-44).
Stupore (o, piuttosto, sconcerto) e amarezza, tanta. Sono stati questi i sentimenti prevalenti che abbiamo provato nel leggere la tua minacciosa e inutilmente pomposa “nota urgente” – ci ostiniamo a non comprendere l'urgenza di un “decreto” emanato in piena notte - di “vescovo primate etc.”, sappiamo che ami i titoli che ti auto attribuisci, che rimanda alla ratifica da parte di un cosiddetto concistoro nazionale composto da ben tre persone (te compreso).
Adesso che è passata l'estate e che le acque della tua sacra ira si sono forse calmate, desideriamo ribadire quanto ti abbiamo già comunicato verbalmente, e in parte anche per iscritto, ben prima del 28 luglio, data del tuo decreto notturno che hai avuto l'eleganza di spammare ovunque sui social e di inoltrare anche a contatti che nulla o poco avevano e hanno a che fare con la “tua” - perché sembra, da come la gestisci, che sia di tuo esclusivo e capriccioso dominio - Chiesa. Immaginiamo col deliberato proposito di diffamarci o di metterci comunque in cattiva luce.
Circa un anno fa, dietro tua sollecitazione, Davide Romano ci aveva chiesto se era nostra intenzione entrare ufficialmente nella Chiesa Protestante Unita e iniziare il percorso per l'ammissione in Chiesa, come si usa dire. Ci abbiamo riflettuto bene e, proprio considerando i tuoi continui sbalzi di umore, i tuoi immotivati rimproveri a chiunque non si piegasse immediatamente ai tuoi desiderata, la tua poca affidabilità - ci hai “piantati” diverse volte e non hai dato mai seguito a decisioni importanti prese nell'ambito del nostro Sinodo -, il tono spesso minaccioso e offensivo delle tue comunicazioni, le continue e imbarazzanti richieste di denaro, per tacere dei tuoi comportamenti strettamente privati, sui quali intendiamo stendere un velo pietoso, abbiamo deciso di non rispondere positivamente alla richiesta.
Anzi, in quella stessa sede abbiamo deciso di tagliare ogni legame con te e con la tua creatura, il tuo piccolo regno in terra. Decisione che ti abbiamo abbondantemente anticipato anche a giugno di quest'anno. Pur volendo continuare a seguire Davide, che stimiamo, a cui vogliamo bene e che tanto si è speso per la nostra “koinonia”.
“Commissariare” la comunità di Palermo - t’informiamo, qualora non te ne fossi accorto, che dalla tua Chiesa siamo usciti tutti - e revocare il mandato pastorale a Davide Romano, il quale ti aveva già detto, assai per tempo, che in autunno avrebbe lasciato il servizio, esercitato peraltro generosamente in forma gratuita, nella tua microscopica Chiesa quasi monopersonale, è stata pertanto un'azione puramente vendicativa e, perdonaci, alquanto meschina. Per non parlare di ciò che hai scritto in seguito su di lui e che è semplicemente diffamatorio, volgare e falso! Da querela! Un comportamento, il tuo, che ci ha molto amareggiati e confermati nel nostro proposito.
E ringraziamo, quindi, il Signore per averci aperto gli occhi in tempo e per ciò che di bello e di positivo abbiamo ricevuto da questa esperienza.
Preghiamo il Signore che ti aiuti a trovare quella serenità e quell'amore così necessari per chi lo vuole servire nei fratelli e non usare il Signore per farsi servire dai fratelli.
Palermo, 1 settembre 2022
Il Concistoro della Comunità "Koinonia"
Anna Lane, Ornella Oddo, Pietro Baldassarre Rizzottolo e Pietro Valenti