Esteri

Il parere di un analista internazionale sull'idea di un tribunale speciale per la Russia

Intervista di Strumenti Politici a Valerio Mancini, analista ed esperto di relazioni internazionali, che ha lavorato per l’OCSE e per UNICRI e UNIDOC, uffici delle Nazioni Unite che si occupano rispettivamente di crimine e giustizia, droga e crimine. Il dottor Mancini ha offerto il suo punto di vista sulla proposta arrivata alle Nazioni Unite a proposito di un tribunale speciale per trattare i crimini di guerra russi in Ucraina.

Anzitutto, i tempi di realizzazione di un organismo del genere sarebbero molto lunghi. A livello tecnico-giuridico, poi, andrebbero fatti molti distinguo per lavorare con precisione e non confondersi con l’attività di un ente come la Corte Internazionale di Giustizia. E infine, come conciliare un’idea di questo tipo con il fatto che vi sono ancora due fazioni in conflitto? Senza contare che i crimini sono stati commessi da entrambe le parti. Per adesso il tribunale speciale è soltanto una bozza, non conta nulla.

Rientra forse nell’azione politica portata avanti dai vertici dell’Unione Europea contro il Cremlino, o meglio quella parte di Europa che è sempre stata ostile a Mosca e a Putin in particolare. Putroppo questa idea può anche inasprire i rapporti già tesi che vi sono fra Occidente e Russia, o meglio di sicuro non aiuta i tentativi di arrivare a sedersi al tavolo dei negoziati. Se si aggiunge poi il riarmo in atto da parte dei Paesi della NATO, il quadro diventa fosco e poco promettente verso un futuro di conciliazione.

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Autore francescoflachi
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