Si avvicina il giorno della festa per il terzo scudetto del Napoli o meglio per la prima delle due feste che ci saranno.
La prima - quella spontanea - che avverrà il giorno della certezza matematica e la seconda - ufficiale e organizzata - alla fine del Campionato.
Il tutto in una delle città a più alta densità demografica nel mondo, alla pari con San Paolo e Singapore.
Una città anche in vetta alle statistiche italiane per le denunce per due reati che possono scatenare il panico tra la folla: scippo e rapina.
E con un numero record di denunce per associaizione mafiosa, che connota la persistente tensione tra bande criminali che grava sulla città.
Dunque, mentre il Sindaco si preoccupa di "trovare una forma di partecipazione inclusiva e popolare", la questione essenziale rimane attuale e - per ora - disattesa.
Quale?
L'esigenza (ed il dovere) di garantire tempi di intervento adeguati per le ambulanze e i mezzi dei pompieri che come tutti i giorni dovranno intervenire per salvare vite.
L'esigenza di proteggere dai vandali il patrimonio artistico monumentale della città, già solo evitando che venga dipinto d'azzurro.
E l'esigenza che le forze dell'ordine possano intervenire senza intralci se si venissero a creare situazioni di pericolo per la folla.
Non solo garantire il deflusso in caso di fuga dalle piazze dove inevitabilmente ci sarà la ressa come già avvenuto in passato.
O fare affidamento sulla capacità di 'fare ordine' che storicamente fu affidata ai 'guappi'.
Se, poi, deve andare sotto scorta il presidente De Laurentiis che ha donato alla città onori e gloria e pensa allo sviluppo della SSC Napoli anche in termini di marketing (Fidelity Card) ... ditemi voi cosa c'è da festeggiare.
«La scorta a De Laurentiis è una sconfitta del calcio italiano e dell’Italia» (e della città di Napoli), lo scrive Zazzaroni sul Corriere dello Sport di stamane, spiegando chiaro e tondo quali sono le pretese di personaggi che ... si sono messi in mostra a Lecce e a Milano addirittura tifando contro la squadra.