Iran e Hezbollah colpiranno obiettivi più in profondità in territorio israeliano e non saranno solo obiettivi militari
La missione permanente dell'Iran presso le Nazioni Unite a New York afferma che il movimento di resistenza libanese Hezbollah colpirà obiettivi più all'interno del territorio israeliano in risposta agli ultimi attacchi.
"Finora, Hezbollah e Iran, in un accordo non scritto, hanno sempre rispettato certi limiti nelle operazioni militari, il che significa aver contenuto il loro raggio di azione alle aree di confine e a quelle immediatamente circostanti, prendendo di mira principalmente obiettivi militari".
Adesso, però, tutto è cambiato:
"Prevediamo che, nella sua risposta, Hezbollah allargherà il raggio dei suoi obiettivi e non si limiterà esclusivamente ad obiettivi e mezzi militari".
Non meno nette le dichiarazioni del ministro degli Esteri ad interim dell'Iran, Ali Bagheri Kani, che in una telefonata avuta venerdì con il suo omologo algerino, Ahmed Attaf, ha affermato che l'Iran eserciterà senza dubbio il suo "legittimo e intrinseco diritto" di punire i "criminali sionisti".
E non potevano pertanto divergere da tale linea le affermazioni social del portavoce del suo ministero, Nasser Kanaani, in cui ha denunciato anche che "la continuazione dei crimini di guerra e del genocidio in Palestina da parte del regime sionista e lo sviluppo del terrorismo nella regione e nel mondo stanno piantando i semi della rabbia e dell'odio nei cuori delle nazioni palestinesi e dei popoli della regione e del mondo".
Poi ha concluso: "Rideranno poco e verseranno molte lacrime. Così saranno ricompensati per i loro successi". (Corano 9:82)
Israele non ritiene le minacce un bluff e ha mobilitato tutte le basi aeree con i piloti pronti al decollo in qualsiasi momento.
Lo stesso vale per gli Stati Uniti. Mentre dall'amministrazione Biden si fa sapere che l'escalation non è inevitabile, la vice portavoce del Pentagono, Sabrina Singh, ha detto che saranno dispiegate maggiori capacità militari difensive in Medio Oriente per rafforzare la protezione delle truppe statunitensi nella regione e per difendere Israele. Lo spiegamento avverrà in risposta alle minacce provenienti dall'Iran e dalle milizie sostenute dall'Iran.
Singh ha inoltre dichiarato che l'impegno per maggiori capacità di difesa nella regione deriva dai colloqui delle ultime ore tra il presidente Biden e il primo ministro israeliano Netanyahu, cui hanno fatto seguito quelli tra il segretario della Difesa Austin e il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant:
"Abbiamo dimostrato da ottobre e di nuovo ad aprile [che] la difesa globale degli Stati Uniti è dinamica e il dipartimento mantiene la capacità di schierarsi con breve preavviso per rispondere alle minacce alla sicurezza nazionale in evoluzione", ha affermato Singh. "Di conseguenza, il segretario Austin prenderà molteplici, imminenti decisioni per rafforzare la protezione delle forze statunitensi in tutta la regione, per fornire un supporto elevato alla difesa di Israele e per garantire che gli Stati Uniti siano preparati a rispondere a questa crisi in evoluzione".
Resta da stabilire quali forze e/o unità saranno schierate. Singh ha detto che gli Stati Uniti hanno già solide capacità difensive nella regione, e che tali forze potrebbero essere ridispiegate nel teatro. Tuttavia, i funzionari della Casa Bianca hanno detto che ci saranno "nuove" capacità.
Crediti immagine: Irna - portavoce Ministero degli Esteri israeliano