Martedì sera, l'Ospedale Europeo di Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza, è stato duramente colpito da un bombardamento israeliano che ha provocato un numero imprecisato di morti e feriti tra i civili. Le fonti locali parlano di un attacco aereo massiccio nei pressi della struttura sanitaria, che ha causato gravi danni all'ospedale e la perdita di numerose vite umane. Diverse persone risultano ancora disperse.
Si tratta dell'ennesimo episodio di una campagna militare lanciata da Israele a partire dal 7 ottobre 2023, che ha già causato – secondo dati preliminari – almeno 52.908 morti e 119.721 feriti tra la popolazione di Gaza, con una schiacciante percentuale di vittime tra donne e bambini. Molti cadaveri sono ancora sotto le macerie o in strada, irraggiungibili a causa dell'impossibilità per ambulanze e squadre di soccorso di operare in sicurezza.
Secondo i media israeliani, il raid su Khan Yunis avrebbe mirato all'uccisione di Mohammed Sinwar, fratello del defunto Yahya Sinwar e attuale leader di Hamas nella Striscia. Un funzionario della sicurezza ha dichiarato che non è ancora chiaro se l'obiettivo sia stato raggiunto, ma le probabilità di sopravvivenza di Sinwar sarebbero molto basse.
Nel frattempo, l'escalation militare si intreccia con sviluppi diplomatici. Un canale tv israeliano ha annunciato che il gabinetto di sicurezza si riunirà questa sera per discutere un piano dell'inviato statunitense Steven Witkoff, che prevede la liberazione di 10 ostaggi. Il primo ministro Benjamin Netanyahu avrebbe già dato il via libera al team negoziale per portare avanti le trattative secondo l'approccio proposto da Witkoff.
Netanyahu, però, continua a respingere ogni ipotesi di cessazione permanente delle ostilità. In una recente dichiarazione, ha ribadito che l'obiettivo resta la "vittoria completa" su Hamas, specificando che un cessate il fuoco potrebbe essere preso in considerazione solo come misura temporanea. "Entreremo con tutte le nostre forze per completare la sconfitta di Hamas nei prossimi giorni", ha dichiarato il premier dello Stato ebraico.
Riguardo allo sfollamento di massa dei civili palestinesi, Netanyahu ha affermato che circa il 50% della popolazione di Gaza potrebbe lasciare la Striscia, pur riconoscendo che al momento non ci sono Paesi disposti ad accoglierli.
Su questo punto, questo il commento del deputato Nicola Fratoianni (AVS):
"Il criminale di guerra Netanyahu ha gettato la maschera e ha dichiarato che stanno organizzando la deportazione dei palestinesi di Gaza e cercano paesi che vogliano accoglierli.Questo era il suo piano fin dal principio: portare a termine il genocidio del popolo palestinese, cacciandolo dalla propria terra e occupandola una volta per tutte.Noi avvertiamo questo pericolo da tempo, tanto da aver raccolto 150 mila firme un anno fa, per chiedere un intervento del governo italiano.Ma ora che è lo stesso Netanyahu a dichiarare i suoi intenti, Meloni e soci continueranno a fare finta di nulla? Vogliono essere complici dello sterminio di un popolo?Ce l’ha un limite la vergogna?Serve un'azione immediata per evitare il peggio. A partire da sanzioni economiche e ogni pressione diplomatica possibile".