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Le conseguenze della distruzione della diga di Kakhovka: umanitarie, ecologiche, economiche e militari

Mentre ucraini e russi continuano ad accusarsi a vicenda sulla responsabilità dell'attacco che ha causato la distruzione della diga e della centrale idroelettrica di Kakhovka, quelle che rimangono da chiarire sono anche le conseguenze causate dalla successiva alluvione: umanitarie, ecologiche, economiche, militari..

Per quanto riguarda le conseguenze umanitarie successive all'improvviso rilascio di una quantità enorme di acqua, considerando le dimensioni e la portata del fiume Dnipro, va considerata la minaccia di inondazione che potrebbe riguardare fino a 80 insediamenti, tra cui parte della città di Kherson e gran parte delle località sulla sponda orientale del Dnipro, nel territorio attualmente occupato dalla Russia. Si stima che siano circa 16.000 le persone a rischio, mentre potrebbero stimarsi in centinaia di migliaia quelle che indirettamente potrebbero essere coinvolte, anche a causa della possibile presenza di sostanze chimiche pericolose.

Il rilascio dell'acqua avrà un impatto significativo sul regime idrologico del fiume Dnipro e sulle regioni che attraversa. Ciò potrebbe portare alla morte o alla perdita dell'habitat per molti pesci, uccelli e animali acquatici. Le modifiche al flusso d'acqua e al livello del fiume potrebbero avere effetti, a livello locale, sul clima, causando tempeste di polvere, variazioni delle precipitazioni e siccità. Sarà invece certo e significativo l'impatto sul regime idrologico del Dnipro e sul territorio da esso attraversato, portando alla scomparsa di numerosi pesci, uccelli e animali acquatici.

Oltre ai danni diretti alle abitazioni, alle terre e alle imprese causati dalle inondazioni, ci sono anche altre implicazioni economiche significative. Ad esempio, gli agricoltori nella regione perderanno 20.000 ettari di terreno produttivo. Le attività economiche che dipendono dall'acqua come risorsa principale, come gli impianti metallurgici, potrebbero essere costrette a interrompere le loro produzioni. Persino la Crimea, notoriamente priva di sorgenti idriche e che faceva affidamento sull'acqua deviata dal Dnipro attraverso il bacino idrico andato distrutto, potrebbe perdere il suo approvvigionamento principale di acqua dolce per un lungo periodo, con conseguenze dannose anche a livello economico.

La distruzione della diga complicherà anche i piani di controffensiva dell'Ucraina, anche solo per il drenaggio delle risorse necessarie a mitigare i danni prodotti. Inoltre, la distruzione della diga ha eliminato un attraversamento chiave del fiume (largo chilometri), rendendo più difficile per le forze ucraine l'azione sul campo.

Inoltre, la distruzione della diga minaccia anche la sicurezza nucleare, poiché potrebbe avere conseguenze sulla fornitura di acqua necessaria all'impianto di raffreddamento della centrale nucleare di Zaporizhzhia, la più grande d'Europa. Un incidente nucleare in quella centrale avrebbe conseguenze devastanti anche per molta parte dell'Europa.

Zelensky ha già dichiarato che la distruzione della diga di Kakhovka deve essere considerata una violazione della Convenzione di Ginevra che, tra le varie direttive, proibisce gli attacchi contro opere e impianti di quel tipo. Sullo stesso tenore le dichiarazioni di molti leader occidentali.

Autore Alberto Valli
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