Eravamo così giovani quando la notammo le prime volte, nel film “Il cacciatore” e  nella fiction “Olocausto”, di fine anni settanta. Fu subito chiaro che a noi ragazze piaceva, ai maschi un po’ meno.

Nata nel 1949 nel New Jersey, la futura diva presenta una certa somiglianza con Lee Van Cleef, di origini ebraiche olandesi come lei, e dopotutto tra le rispettive città corrono una ventina di chilometri, chissà se erano parenti. La ragazza studiò al Vassar College, che è tutto dire.

Bella in senso stretto non era e non è mai riuscita ad esserlo nemmeno con i “ritocchini”; il naso, benché aggiustato, è rimasto, pare per sua volontà, piuttosto importante, il fisico non era da pin up, anche se da giovane ci dicono fosse majorette ma, fatta la tara a trucchi e filtri, ci sembra che avesse dalla sua la setosità della chioma e la pelle di alabastro. Il resto è bravura.

Agli esordi fidanzata con John Cazale, ricordato come il figlio scapestrato de Il Padrino, lo assistette fino alla precoce scomparsa nel 1978: dicono fosse già fidanzata con Don Gummer, ma abbia voluto restare a fianco del suo ex fino alla fine, per sposarsi pochi mesi dopo con Don, identificato come scultore, tuttora suo marito, con quattro figli all’attivo.

L’attrice ribadisce sempre, radiosa, che ha avuto la fortuna di un matrimonio felice, il che è sicuramente vero, ma…a qualche prezzo, almeno visibile. Gummer, che avrà i suoi talenti, ma è di fatto un principe consorte, durante un “red carpet” apparve indispettito dalla giovialità della moglie con i giornalisti e la strattonò.

Meryl gode di maggior stima di Greta Garbo, per paragonarla alla divina per eccellenza, sparita giovane dagli schermi;  ha sempre lavorato a pieno ritmo, alternando ruoli i più diversi, appartenenze etniche variegate ( non ha fatto la afroamericana, per evidenti motivi, ma ne “I ponti di Madison County, per esempio, era barese) e non c’è proprio nulla che si possa dire di men che positivo sul suo conto. Liberal, a favore dei diritti e delle cause ambientaliste, bla bla, bla. Sopravvalutata, come rispose piccato Donald Trump dopo la parodia che lei ne fece? No, diremmo proprio di no. Ma con un gran c…, sì.

La star ha tentato altresì di farci coraggio durante il lockdown, anticipando l’incubazione di "Mamma Mia" numero tre, che non crediamo si farà. Hollywood è in crisi, i prossimi film forse saranno interpretati da androidi e nemmeno Streep e compagnia potranno evitare, casomai, che la loro prole sia magari un giorno obbligata a zappare. Sic transit gloria mundi.