Grigor Dimitrov, Borna Coric e Viktor Troicki, nei giorni scorsi, sono risultati positivi al coronavirus dopo aver partecipato all'Adria Tour di cui Novak Djokovic, da presidente dell'ATP Player Council, si è fatto promotore, compresa l'organizzazione. 

L'evento, previsto prima in quattro tappe (diventate tre dopo la cancellazione di quella in Montenegro), ha visto disputarsi le due tappe di Belgrado e Zara che si sono svolte con gli spettatori sugli spalti e senza particolare rispetto del distanziamento sociale, sia in campo che fuori. 

Non solo, oltre agli abbracci post-partita tra i giocatori, gli stessi sono stati visti a stretto contatto tra loro anche negli eventi collaterali della manifestazione, come una partita di calcio a Belgrado, una partita di basket a Zara e persino una serata in discoteca. 

Djokovic, nel primo evento a Belgrado, 33 anni, aveva giocato con il collega serbo Troicki. Il bulgaro Dimitrov ha giocato con il croato Coric, sabato, nell'appuntamento a Zara, in Croazia. Adesso, dopo Dimitrov, Coric e Troicki, anche Djokovic è risultato positivo al Covid-19.

Il numero uno del mondo finora non sembrava aver dato molta importanza alla pandemia, tanto che aveva disertato la videoconferenza dello scorso 10 giugno, nella quale erano state discusse le linee guida per la ripartenza del tennis nel circuito ATP.

L'Adria Tour ha dimostrato che la sua è stata una scelta sbagliata.