Nelle prossime ore il governo Meloni incaricherà il generale Figliuolo come commissario per l'emergenza alluvione in Emilia-Romagna. È un generale... e soprattutto si occupa di logistica... quindi? Chi meglio di lui nel dipanare le problematiche relative al dopo alluvione?

C'è però qualche domanda che rimane sospesa, così come qualche dubbio rispetto alla passata esperienza nella gestione della pandemia da parte del generale degli alpini.

Muovere "salmerie" e armamenti non è un gran problema. Sono cubi che dal magazzino A devono essere spostati al magazzino B per soddisfare "JIT" quelle che sono le esigenze di rifornimento/approvvigionamento per le truppe in una determinata area. 

Per un certo verso, il ruolo di Figliuolo nella gestione della pandemia non era molto diverso da quello che svolgeva abitualmente nell'esercito. Invece, nella gestione del dopo alluvione le problematiche che dovrà affrontare sono molto più complesse, essendo collegate alle esigenze sociali ed economiche di un territorio che ha caratteristiche ovviamente uniche in relazione ad altre mille problematiche.

Siamo sicuri che il generale Figliuolo possa essere in grado di coordinare aiuti, compensi e compensazioni per soddisfare tutte le necessità che, di volta in volta, dovrà inevitabilmente affrontare?

Inoltre, vi sono anche delle perplessità sulla sua gestione dell'emergenza Covid: il primo open day dove agli operatori sanitari non vennero date indicazioni a chi avrebbe dovuto essere somministrato il vaccino AstraZeneca... una dimenticanza che a Genova è costata la vita ad una ragazza; la gestione dei tamponi a fine 2021 diventata caotica; la gestione delle scorte...

Il generale se ne è andato a fine marzo 2022. L'emergenza pandemia non era del tutto passata, ma neppure così grave come in precedenza. Un altro generale, Petroni, ha sostituito Figliuolo. Da stabilire quante responsabilità siano da attribuire al primo e quante al secondo... nella gestione delle scorte. Ma certo è che quanto lasciato da loro in eredità è più che problematico.

Le "salmerie" della pandemia (mascherine, guanti, siringhe, ecc.), più di 3 miliardi di pezzi di cui un sesto scaduti e non più utilizzabili, sono conservati in enormi magazzini dell'SDA in tutta Italia, migliaia e migliaia di tonnellate di materiale inutilizzato, che nessuno vuole per le quali lo Stato sta spendendo decine di milioni di euro in affitto, affitto che paradossalmente riguarda anche i macchinari forniti gratuitamente a FCA per fare le mascherine e adesso abbandonati nelle fabbriche della ex Fiat (fonte Report).

E adesso tutti ad applaudire, nuovamente, Figliuolo.