Nel reparto di Psichiatria territoriale di Pisa, a seguito dell'omicidio della dottoressa Barbara Capovani, non sono state adottate efficaci misure di sicurezza per proteggere gli operatori sanitari, come dimostra quanto accaduto nei giorni successivi all'omicidio.
Il primo caso si è verificato il 3 giugno scorso, quando un paziente ha rotto il dito della mano a una dottoressa. Il secondo episodio è avvenuto giovedì, quando un giovane paziente, sottoposto a trattamento sanitario obbligatorio, ha attaccato nuovamente la stessa dottoressa e ha rimosso la stecca che le era stata applicata.
Sabato pomeriggio la polizia ha notificato al giovane la proroga della misura di sicurezza della libertà vigilata, perché ritenuto "socialmente pericoloso", con l’obbligo di permanenza in una struttura psichiatrica e quello di sottoporsi alle cure dei sanitari ritenute più opportune.
"Un fatto gravissimo – ha dichiarato il segretario regionale di Cisl medici, Giuseppe CelonaCelona –, soprattutto perché avvenuto nello stesso reparto della dottoressa Capovani. Giovedì, durante la manifestazione intersindacale per salvare la sanità pubblica in piazza Duomo a Firenze, davanti alla presidenza della Regione al numero 10, parleremo anche di sicurezza, un tema attualissimo, da affrontare su più fronti e con immediatezza".
Fonte: La Nazione cronaca di Pisa