Arriva solamente oggi la notizia dell'arresto del cittadino tunisino Moez Ben Abdulgader Ben Ahmed Al Fezzani, conosciuto anche come Abu Nassim, esponente dell'Isis. Uno dei ricercati più in vista proprio nel suo paese natale, la Tunisia.
E non nuovo alle nostre cronache, purtroppo.
Detenuto per 7 anni nella base militare americana di Bagram in Afghanistan e per oltre due anni in Italia, venne assolto nel 2012 a Milano, espulso, e poi condannato in appello a 6 anni quando era già fuori dall'Italia. Il reato? Associazione a delinquere di stampo terroristico.
I magistrati milanesi lo ritengono da sempre il reclutatore ufficiale dei jihadisti in Italia, e questa ipotesi si rafforza ancor di più ora, dopo l'arresto e dopo il ritrovamento dei documenti nel covo Isis libico smantellato a Sirte. Sembra - benchè le carte non siano state ancora trasmesse ai nostri inquirenti - che tra i nomi dei leader - in quei documenti - spiccasse proprio quello di Nassim.
IL RAPIMENTO DEI TECNICI DELLA BONATTI
Il dipartimento antiterrorismo della Procura di Milano, guidato da Maurizio Romanelli, sta effettuando accertamenti anche sul presunto coinvolgimento del leader Isis nel rapimento dei tecnici della Bonatti.
Per le autorità tunisine, che da tempo gli davano la caccia, è invece sicuramente lui il responsabile dell'incursione Isis, nel marzo scorso, nella città tunisina di Ben Guerdane. Attacco che lasciò dietro di sé 58 morti negli scontri con l'esercito.
Secondo quanto riportato dal giornale on line Libya Herald, Al Fezzani, in fuga da Sirte, sarebbe stato catturato assieme ad altri 20 esponenti dell'Isis in una località tra le città di Rigdaleen e di Al-JMail, nell'ovest del paese. La cattura sarebbe opera delle forze di Zintani, alleate delle milizie del generale Khalifa Hafter.