Sabato si sono svolte le operazioni per sbarcare i 62 migranti a bordo della Alan Kurdi. Alla nave della Ong Sea Eye non è stato concesso l'approdo in un porto maltese. Entrata nelle acque territoriali di La Valletta, il trasbordo dei migranti è avvenuto in mare su una motovedetta maltese.


Il premier maltese Muscat ha commentato la conclusione della vicenda Alan Kurdi, spiegando che la scorsa settimana, la nave della Ong Sea Eye ha salvato un gruppo di migranti dalle acque territoriali libiche, aggiungendo che, mentre comprendeva la decisione della Ong di non tornare in Libia, sia la Tunisia che l'Italia erano destinazioni sicure e più vicine rispetto a Malta.

L'Italia, ha detto Muscat, ha mantenuto la sua politica dei porti chiusi, il che significa che la nave è stata costretta a spostarsi verso Malta e ad attendere in acque internazionali.

Muscat ha sottolineato che potrebbe accettare le richieste delle Ong che chiedono a Malta l'ingresso delle loro navi, aggiungendo di non poter permettere a nessuno di provare e dipingere la nazione come "senza cuore" o di far sembrare che il problema sia Malta.

Ha detto che Malta avrebbe anche potuto scegliere di far entrare la nave Alan Kurdi, ma questo avrebbe dovuto preparare il paese ad un'estate in cui le navi delle Ong avrebbero poi portato tutti i migranti salvati sull'isola.

Un'altra opzione, ha proseguito Muscat, era quella di chiudere i porti di Malta. "Sarebbe stata sicuramente molto popolare su Facebook, ma avrebbe significato mettere in gioco la reputazione e i principi del Paese".

Invece, il primo ministro maltese ha detto che il suo governo ha optato per la terza via, la via della persuasione e del buon senso.

Per tale motivo, Muscat ha poi ringraziato la Commissione europea per aver compreso la posizione di Malta e per aver lavorato con il suo Paese per trovare una soluzione.


"Ringraziamo il governo di Malta per aver permesso lo sbarco e Francia, Germania, Portogallo e Lussemburgo per aver mostrato solidarietà consentendo al trasferimento", ha dichiarato in una nota l'UNHCR, che ha poi sottolineato anche "la necessità di meccanismi prevedibili per garantire uno sbarco tempestivo in un porto sicuro".

Di seguito la dichiarazione congiunta, in relazione all'ennesima occasione persa da parte dell'Europa sulla vicenda Alan Kurdi, firmata dalle Ong Sea Eye, Sea-Watch, Mediterranea Saving Humans, Open Arms, Jugend Rettet - Iuventa, Seebrucke:


A commento della vicenda da sottolineare le parole di Sergio Scandura, giornalista e inviato di Radio Radicale: «Umanità radioattiva! Ormai le cose vanno così. Se hai armi, droga e nafta di contrabbando, entri ed esci dai porti. Se a bordo hai medicine, salvagenti, persone salvate da naufragi e orrori della Libia vieni respinto, rifiutato, segregato in mare per settimane. "Più Europa"?»

Nel frattempo la nave Mare Ionio, quella che Salvini e Meloni dicevano - compiacendosene - fosse stata sequestrata, ha ripreso a navigare dal porto di Marsala, per un'altra missione nel Mediterraneo, per salvare altre vite in mare.