Livorno, in forte crisi occupazionale, può produrre energia sostenibile, ridare slancio all’economia anche con il corretto utilizzo dei rifiuti.

“Esiste un solo pianeta terra, eppure da qui al 2050 il mondo consumerà risorse pari a tre pianeti. Si prevede che nei prossimi quarant'anni il consumo complessivo dei materiali come la biomassa, i combustibili fossili, i metalli e i minerali raddoppierà, e parallelamente la produzione annuale di rifiuti aumenterà del 70 % entro il 2050.” Inizia così la comunicazione della Commissione Europea, per il nuovo piano d’azione per l’economia circolare, inviata al Parlamento europeo. [1]

Anche la Toscana, non si sottrae dal produrre rifiuti. Nel 2019, la Toscana ha mandato in discarica più del 52% dei rifiuti urbani (RU): quasi 1.200.000 tonnellate. Nello stesso anno 2019, Livorno e provincia hanno mandato in discarica più del 44% dei rifiuti urbani (RU): oltre 102.000 tonnellate. 

Sempre nel 2019 i termovalorizzatori (TVR) toscani hanno prodotto energia elettrica per 137GW da poco più di 230.000 tonnellate di rifiuti. (corrispondenti al 10% della produzione toscana di rifiuti). Sempre nel 2019 il TVR del Picchianti in Livorno ha prodotto energia elettrica per 27,5GW, il consumo di c.a. 12-15000 famiglie, termo-distruggendo poco più di 61.000 tonnellate di rifiuti. [2]

Uno studio dell'International Solid Waste Association (ISWA) stabilisce che solo il 3% dei rifiuti solidi totali a livello mondiale, viene utilizzato per la produzione di energia mentre esiste un notevole potenziale per utilizzare i rifiuti rimanenti per il recupero di energia. [3]

I rifiuti sono eterogenei e devono essere separati per il recupero dei materiali. I rifiuti residui rimanenti, complessi e non economici da separare (come i rifiuti ospedalieri), non devono andare in discarica che è la negazione dell’economia circolare e produce danni ambientali devastanti, ma devono essere impiegati per il recupero dell’energia. La conversione dei rifiuti residui in energia è altamente auspicabile per benefici ambientali e per i rientri economici.

Il trattamento dei rifiuti e la conversione dell'energia vicino alle zone di produzione dei rifiuti contribuiscono a ridurre i costi di trasporto, fornire energia a livello locale, ridurre le emissioni di gas a effetto serra prodotte dai mezzi di trasporto. Tutto questo senza considerare che produrre energia “sul posto” significa anche un ulteriore risparmio immediato dovuto alla riduzione delle perdite nelle linee elettriche [4] oltre ad avere la possibilità, tramite i termovalorizzatori ed altri sistemi, di utilizzare il calore di scarto per impianti di teleriscaldamento/raffreddamento.

La transizione verso un sistema di “produzione diffusa” da fonti rinnovabili sta rapidamente modificando il mercato, con l’affermazione di un modello “prosumer” (produttore e consumatore insieme), in progressiva sostituzione del tradizionale “consumer”. L’obiettivo deve essere quello di avere un'economia sempre più sostenibile che possa generare positivi impatti sullo sviluppo e sull'occupazione, in forte crisi, a Livorno.

La costa e le aree interne, negli anni di crisi, hanno perso addetti più del resto della Toscana e meno ne hanno guadagnati, negli anni di ripresa. Nella Toscana della costa rientrano le aree di crisi di Livorno, Piombino, Massa Carrara – identificate come tali da una legge nazionale e/o regionale –che scontano un processo di deindustrializzazione legata alle difficoltà di una o più imprese di maggiori dimensioni o, di uno specifico settore industriale, con elevata specializzazione sul territorio. [5]

Livorno deve puntare sull'innovazione, per arrivare ad essere una città a zero emissioni. Per riuscirci dovrà dare voce e ascoltare, chi ha competenza. Devono essere lanciate iniziative per progettare la città del futuro, coinvolgendo un'ampia platea di esperti, con la partecipazione di attori economici, pubblici e privati, presenti sul territorio e di tutte le utilities locali – Rifiuti, Energia, Acqua -. L'obiettivo è avviare l'upgrade dell'attuale sistema energetico e ambientale e realizzare un modello europeo di economia circolare. Sarà un raro e complesso momento di collaborazione, che dovrà essere coordinato da un comitato direttivo che si raccordi con le altre iniziative previste in regione.

La transizione passerà attraverso nuovi sistemi di gestione dei rifiuti, un efficientamento energetico spinto, la diffusione di impianti di energia da fonti rinnovabili, la creazione di sistemi di teleriscaldamento e attraverso una serie di iniziative innovative, basate sulle bioenergie. In questo scenario sarà attore fondamentale la raffineria ENI di Livorno, con le sue risorse umane, tecniche e di conoscenza, di assoluto e indiscutibile valore. Della Raffineria ENI di Livorno, del suo coinvolgimento, indispensabile per la Toscana e non solo, parleremo in un prossimo documento.

Si deve concretizzare il conseguimento della neutralità climatica, previsto entro il 2050 attraverso un modello di crescita rigenerativo, che restituisca al pianeta più di quanto prenda. Ciò significa mantenere il consumo di risorse entro i limiti del pianeta,

riducendo il peso dei consumi e raddoppiando la percentuale di utilizzo dei materiali circolari, nel prossimo decennio. [1]

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