Pomatinho su Instagram - anche se il suo account adesso è stato cancellato - e Andrea dell'Aquila nella vita è l'ultimo esempio di italiano fieramente razzista tanto in voga di questi tempi.

Tifoso romanista, Pomatinho ha insultato via social un calciatore della squadra per cui tifa, Juan Jesus, definendolo negro e maledetto scimmione che dovrebbe abitare allo zoo.

Il calciatore non è passato sopra la cosa, avvertendo la propria squadra, la Roma, che ha così replicato:

"Il gestore di questo account Instagram ha inviato insulti razzisti disgustosi a Juan Jesus, attraverso un messaggio diretto.Abbiamo segnalato l’account alla Polizia e a Instagram.La persona responsabile sarà daspata a vita dalle partite dell’AS Roma".

Bene. Ma la piaga razzismo che sta dilagando nel calcio è presente anche nella cronaca di tutti i giorni con fatti di cui sicuramente non sappiamo nulla, mentre alcuni finiscono però sui media... come ad esempio quella "signora" della periferia milanese che si è rifiutata di affittare una sua abitazione ad una ragazza pugliese dichiarandosi fieramente razzista e anti meridionali... in nome di Salvini.

Pure il premier Conte è voluto entrare nella vicenda del calciatore Juan Jesus con questa dichiarazione su Twitter:


Giuseppe Conte è lo stesso premier che per 14 mesi non ha avuto niente da dire su un proprio ministro che, quotidianamente, tra sorrisi, bacioni, merendine, principesse, rosari e madonne ha promosso (e continua a farlo!) una campagna di odio razziale nei confronti delle persone di colore con il supporto di giornalisti compiacenti (come Sallusti, Porro, Giordano, Belpietro... solo per fare degli esempi) e conduttrici prezzolate...

Tutti sono concordi a dire stop al razzismo, ma nessuno si preoccupa di dire stop a Salvini che, quotidianamente, lo promuove. Non è un controsenso?