La regione Lombardia aveva licenziato una legge che, secondo le intenzioni del presidente Maroni e della sua giunta, era destinata ad indicare le disposizioni per la realizzazione di edifici di culto e di attrezzature destinate a servizi religiosi... non cattolici!

Di seguito sono elencati i punti principali della legge approvata da Maroni e dalla sua giunta.

Possibilità, per le confessioni prive di intesa legislativamente approvata, subordinata all'esistenza di specifici requisiti (tra cui, la presenza diffusa, organizzata e consistente a livello territoriale nonché un significativo insediamento nell'ambito del Comune nel quale vengono effettuati gli interventi).

Possibilità, per le confessioni prive di intesa legislativamente approvata, subordinata alla condizione che i relativi statuti esprimano il carattere religioso delle loro finalità istituzionali e il rispetto dei principi e dei valori della Costituzione.

Attribuzione a una consulta regionale (istituita, nominata e disciplinata dalla Giunta regionale) del compito di rilasciare parere preventivo obbligatorio sulla sussistenza del predetto requisito e degli altri stabiliti dalla medesima normativa.

Previsione che all'uopo essi devono stipulare una convenzione a fini urbanistici con il Comune interessato, nella quale sia espressamente contemplata la possibilità di risoluzione o di revoca in caso di accertamento da parte del Comune di attività non previste nella convenzione. 

Possibilità subordinata alla stipula di convenzioni revocabili unilateralmente dai Comuni, nonché al possesso di specifici requisiti nel caso di confessioni prive di intesa legislativamente approvata.

Disciplina del piano per le attrezzature religiose.

Previsione che, nel corso del procedimento per la predisposizione di esso, vengono acquisiti i pareri, tra  gli altri, di esponenti e rappresentanti delle forze dell'ordine, oltre che degli uffici provinciali di questura e prefettura, al fine di valutare possibili profili di sicurezza pubblica.

Previsione che il piano deve prevedere, tra l'altro, la realizzazione di un impianto di videosorveglianza esterno all'edificio, con onere a carico dei richiedenti, che ne monitori ogni punto di ingresso, collegato con gli uffici della polizia locale o delle forze dell'ordine.

Previsione che resta ferma la facoltà per i Comuni di indire referendum in merito ad essi, nel rispetto delle previsioni statutarie e dell'ordinamento statale.

Previsione che il piano deve prevedere, tra l'altro, la congruità architettonica e dimensionale degli edifici di culto previsti con le caratteristiche generali e peculiari del paesaggio lombardo, così come individuate nel PTR.

Previsione che i Comuni "che intendono prevedere nuove attrezzature religiose" sono tenuti ad adottare e  approvare il piano delle attrezzature religiose.

Queste "misure" non erano piaciute a Matteo Renzi, tanto che il Governo si era appellato alla Corte Costituzionale per valutarne l'ammissibilità. La Consulta si è espressa ed ha dato un parere  negativo provocando le reazioni stizzite dei vertici della Lega.

Questa la dichiarazione del presidente della regione Lombardia, Roberto Maroni: «La Consulta ha bocciato la nostra legge che regolamentava la costruzione di nuove moschee. La sinistra esulta: Allah Akbar.»

E non poteva neppure mancare quella del segretario del partito, Matteo Salvini: «La Consulta ha bocciato la legge di Regione Lombardia che impone limiti e regole per MOSCHEE e altri luoghi di culto. E brava la CONSULTA ISLAMICA, complice dell'invasione.»