Problemi di coerenza dei 5 Stelle nel voto in Commissione al Senato sul decreto Genova
«I valori del MoVimento 5 Stelle sono i miei valori e la fiducia che 5 mesi fa ho contribuito ad accordare a questo Governo è rimasta inalterata rispetto alla sua azione generale.
Accusarmi di "tradimento" verso un provvedimento non conforme ai dettami costituzionali mi sembra pretestuoso. Uscire dall'aula del Senato è stato un gesto leale e rispettoso, poiché non mi sono schierato con i contrari ed al contempo ho reso più agevole raggiungere il quorum per la conferma della fiducia al Governo.
Inoltre ho sempre delimitato i confini delle mie critiche al singolo provvedimento, chiedendo di non chiamarmi "dissidente", in quanto non lo sono, mentre sono stato un fautore dell'accordo di governo con la Lega. Nel contratto ci sono i nostri temi, quelli per i quali la maggioranza degli italiani ci ha premiato, ed abbiamo quindi tante promesse da realizzare per il benessere comune, penso alla riforma degli uffici del lavoro, ma anche alle norme di giustizia sociale, alle norme intese a frenare i reati contro la Pubblica Amministrazione, la riforma della prescrizione, il superamento della legge Fornero.
Procederemo sempre con senso di responsabilità, nel rispetto dei principi fondamentali dell'ordinamento giuridico, con l'obiettivo di concorrere al bene comune.»
Questo è quanto scriveva alcuni giorni fa il senatore 5 Stelle Gregorio De Falco in relazione al voto di fiducia sul decreto Sicurezza.
Martedì, durante gli ultimi lavori delle Commissioni riunite Lavori pubblici e Ambiente per preparare il testo del cosiddetto decreto Genova che mercoledì è approdato in Aula, è passato un emendamento dell'opposizione presentato da Urania Papatheu di Forza Italia che modifica il testo del Governo a proposito del condono edilizio per le case colpite dal sisma di Ischia.
Quindi, il Governo, come si dice in questi casi, è "andato sotto". È la prima volta che accade. A causare il passo falso all'interno della maggioranza, due senatori 5 Stelle, Gregorio De Falco e Paola Nugnes, gli stessi che già in occasione del decreto sicurezza si erano rifiutati di votare a favore della fiducia uscendo dall'Aula. In questo caso, De Falco ha votato con l'opposizione, mentre Nugnes non ha partecipato al voto.
I due senatori 5 Stelle, quasi certamente, verranno messi alla gogna degli attivisti ed espulsi dal partito, colpevoli di non aver seguito le indicazioni del gruppo e, di conseguenza, del vicepremier Di Maio che orchestra, in base a non si sa bene quale strategia politica, i sì e i no dei parlamentari pentastellati.
Il decreto Genova verrà corretto in Aula e ad Ischia la Lega potrà incassare nuovi consensi, grazie al compiacente appoggio degli onesti e irriducibili grillini che ricordano i loro precedenti diktat in merito a coerenza ed onestà solo a giorni alterni.
Ed è proprio la coerenza 5 Stelle che questo voto contrario richiama alla mente. Ma siamo sicuri che a dover rischiare di essere espulsi dal Movimento debbano essere De Falco e Nugnes e non tutti gli altri pentastellati che stanno promuovendo provvedimenti che fino a qualche tempo fa, da loro stessi, erano considerati inaccettabili?