In attesa che inizino le consultazioni al Quirinale, i due protagonisti della crisi politica in atto, Conte e Renzi, ne hanno chiuso la prima fase rappresentata dalla caduta del Governo, ognuno con un proprio "riassunto".

Queste le parole di Conte:

"... Le mie dimissioni sono al servizio di questa possibilità: la formazione di un nuovo governo che offra una prospettiva di salvezza nazionale. Serve un’alleanza, nelle forme in cui si potrà diversamente realizzare, di chiara lealtà europeista, in grado di attuare le decisioni che premono, per approvare una riforma elettorale di stampo proporzionale e le riforme istituzionali e costituzionali, come la sfiducia costruttiva, che garantiscano il pluralismo della rappresentanza unitamente a una maggiore stabilità del sistema politico.Questo conta. Che il nostro Paese si rialzi in fretta e possa mettersi alle spalle la pandemia e le tragedie che essa ha arrecato, in modo da far risplendere la nostra nazione nella pienezza delle sue bellezze.Per parte mia, anche in queste ore continuerò a svolgere gli affari correnti fino all’insediamento del nuovo governo. Continuerò a svolgere il mio servizio al Paese, con senso di responsabilità e con profondo impegno.Sono queste le caratteristiche che hanno caratterizzato il mio operato, quello dell’intero governo e delle forze di maggioranza che ci hanno sostenuto, anche quando i risultati raggiunti e le risposte date non sono apparsi all’altezza delle aspettative dei cittadini.L’unica cosa che davvero rileva, al di là di chi sarà chiamato a guidare l’Italia, è che la Repubblica possa rialzare la testa. Allora avremo vinto tutti, perché avrà vinto l’Italia. Quanto a me, mi ritroverete sempre, forte e appassionato, a tifare per il nostro Paese".

Queste, invece, le parole di Renzi:

"... Non è Italia Viva ad aver aperto una crisi: è l’Italia che deve affrontare una crisi da far tremare i polsi. ... voglio che tutti coloro che leggono le Enews sappiano che chi sta in Italia Viva e chi la sostiene sceglie di lottare per il bene comune, non di appiattirsi sui luoghi comuni.Noi non abbiamo paura di dire la verità anche se per quella verità i professionisti delle fake news ci attaccano ovunque. Ma la politica è difendere delle idee, non cercare degli incarichi. E chi sta con noi deve ricordarsi che non rinunceremo mai al coraggio delle battaglie scomode e alla libertà delle proposte difficili.Ora possiamo finalmente fare ciò che serve al Paese, ai suoi insegnanti, ai suoi lavoratori, ai suoi giovani: un governo serio, di legislatura, che dia risposte concrete e non evasive alle sfide drammatiche della pandemia e assicuri la ripresa. Un governo europeista non a parole, ma nei fatti: capace di concretizzare in progetti il gigantesco sforzo del Next Generation EU. Con un documento serio, scritto bene, concreto. ... Arriva un momento in cui la verità si afferma sulle veline. E in quel momento diventa chiaro a tutti che la politica è una cosa diversa dal populismo. Italia Viva sarà sempre la casa di chi rifiuta le veline, di chi rifiuta il populismo...". 


Di entrambi sono state selezionate solo alcune parti, ma è interessante notare come Renzi parli di un tema capovolgendone il senso subito dopo. È la retorica... bellezza. La retorica, infatti, nega che esista una verità, per cui se non vi è una verità, chiunque può farsi portatore di verità. 

È un giochino che il senatore toscano sta portando avanti da anni pensando, probabilmente, che nessuno ancora lo abbia capito. Adesso, però, sarebbe anche il momento di variare... anche solo per smettere di annoiare.

Conte da parte sua, almeno, usa la dialettica, illustrando fatti per arrivare non ad una verità, ma alla verità. La crisi politica che ha messo in contrapposizione Renzi e Conte finisce così per essere la rappresentazione di uno dei tanti dualismi che da sempre caratterizzano la storia della filosofia e del pensiero umano, quello tra retorica e dialettica. 

Rispetto al passato però, almeno in teoria,  gli italiani dovrebbero avere gli strumenti culturali per capire che, almeno in politica, le mille verità della retorica possono essere d'aiuto per migliorare la condizione di vita di Matteo Renzi, ma lo sono molto meno per migliorare la condizione di vita delle persone. Purtroppo non è così e il sofista toscano continua a prosperare in barba a chi dice di voler rappresentare e aiutare.


Un'ultima postilla di cronaca. In Senato è nato il nuovo gruppo Europeisti, Maie e Centro democratico, di cui fanno parte Buccarella, Cario, Causin, De Bonis, De Falco, Fantetti, Marilotti, Merlo, Rojc, Rossi. Sono i primi dieci responsabili che dovrebbero appoggiare il nuovo governo... anche se non è ancora chiaro se sarà o meno Conte a guidarlo.