Istituita nel 1992 dalle Nazioni Unite per promuovere la consapevolezza sulla sua importanza e per sottolineare l'urgenza di adottare pratiche di gestione sostenibile, il 22 marzo di ogni anno si celebra la Giornata Mondiale dell'Acqua.
Il tema del 2025 è "La conservazione dei ghiacciai" e sottolinea la necessità di proteggere i ghiacciai che immagazzinano e rilasciano acqua vitale per l'acqua potabile, l'agricoltura e l'energia.
L’acqua è un elemento imprescindibile per la vita e per lo sviluppo delle società, ma oggi più che mai è minacciata da inquinamento, sprechi e cambiamenti climatici.
A causa dell’inquinamento, ogni anno circa 4 miliardi di tonnellate di acque reflue non trattate vengono riversate nell’ambiente, compromettendo la qualità di fiumi, laghi e falde acquifere. In Europa, il 60% dei corsi d’acqua e delle acque sotterranee presenta livelli di contaminazione preoccupanti dovuti all’uso intensivo di pesticidi e fertilizzanti. Inoltre, a causa dei cambiamenti climatici, il rapido ritiro dei ghiacciai sta alterando i flussi d’acqua, con conseguenze significative per le persone e l’ambiente.
Secondo le Nazioni Unite, circa 2,2 miliardi di persone non hanno accesso a servizi di acqua potabile sicura, mentre oltre il 40% della popolazione mondiale affronta problemi legati alla scarsità idrica.
"L’Acqua, risorsa fondamentale per la nostra vita – dichiara Raniero Maggini Presidente del WWF Roma e Area Metropolitana – è sempre più a rischio, anche a causa degli effetti sempre più evidenti dei cambiamenti climatici. Assistiamo alla grande concentrazione di piogge in un tempo sempre più ristretto e in modo speculare a dei periodi di siccità sempre più estesi. Quello che però sta succedendo è che non teniamo adeguatamente in conto la tutela di questa risorsa, tanto che, spesso, alla siccità si risponde erroneamente aumentando i prelievi, la captazione delle sorgenti. Dobbiamo invece puntare a diminuire gli sprechi, a razionalizzare il suo utilizzo in tutti i settori perché non possiamo permetterci il lusso di guardare al futuro perpetuando comportamenti irresponsabili, che impoveriscono gli ecosistemi, a partire da nostri fiumi. Abbiamo noi l’onere di curare e gestire l’acqua che è alla base della nostra esistenza e di tutti gli altri esseri viventi".Sappiamo tutti che l'acqua dolce è una risorsa preziosissima e limitata. Una ricchezza per l'essere umano e per la natura, oggi minacciata dal cambiamento climatico a cui si aggiunge in Italia la cattiva gestione delle acque messa in atto dalle istituzioni. Da un lato il fenomeno si concretizza in lunghi periodi di siccità: in questi ultimi 30 anni ampie porzioni del nostro territorio sono state interessate da siccità e se la siccità del 2022 ha colpito soprattutto il nord Italia (in particolare il bacino del Po che è una delle aree storicamente più ricche d'acqua), il 2024 è stato l'anno più caldo mai registrato a livello globale in particolare per regioni come la Sicilia e la Basilicata. In queste regioni la disponibilità di acqua è gestita in maniera pessima. In Sicilia solo 30 invasi su 47 sono attivi, mentre in Basilicata solo 3 su 14 sono ad “esercizio normale” e a ciò si somma il problema delle perdite idriche che, sempre in Basilicata arriva a punte del 65,5% dell'acqua dispersa con l'imbarazzante primato di Potenza con il 71%, mentre in Sicilia la perdita idrica nel 2022 nella fase di immissione in rete è stata del 51,6%.
Ai periodi di siccità si alternano poi brevi periodi di precipitazioni intense, come avvenuto nei giorni scorsi in Toscana ed Emilia-Romagna. Quest'ultima regione, non a caso una delle regioni a maggior consumo di suolo, continua ad essere ad alto rischio di alluvioni a causa della mancanza di casse di espansione e di spazio che i fiumi, in gran parte “canalizzati”, non hanno più, perdendo così la loro capacità di accumulo delle acque in eccesso.
“È indispensabile ripartire da una gestione dell'acqua a livello di bacino idrografico, attraverso la definizione di bilanci idrici, fondamentali per garantirne un'adeguata ripartizione tra diversi usi (civile, agricolo, industriale, ambientale) e promuovere delle efficaci politiche di risparmio e di gestione sostenibile” - afferma Andrea Agapito Ludovici, Responsabile Acque del WWF Italia - Inoltre, i territori maggiormente colpiti dai cambiamenti climatici possono dotarsi di Piani locali strategici di adattamento, come indicato dal Piano nazionale (PNACC), che rappresentano strumenti importanti per ripensare in modo innovativo e integrato le politiche territoriali, favorendo la riduzione di vulnerabilità del territorio e il ripristino dei servizi ecosistemici”.
In attesa che le istituzioni si risveglino da questo torpore, noi singoli cittadini possiamo fare attenzione a non sprecare questa risorsa, che è presente e a spesso nascosta in tantissimi gesti quotidiani.
Fonte: WWF Italia