È stato inaugurato a Mosca, con grande pompa, il monumento al Generale Michail Kalaschnikov, a suo tempo eroe dell'Unione Sovietica ed inventore del fucile d'assalto più venduto e famoso del mondo.
Ogni paese ha i suoi prodotti tipici ed il "Kalash", come affettuosamente chiamato da generazioni di rivoluzionari, rimane per sempre associato all'URSS ed ora anche alla Federazione Russa, come lo Champagne alla Francia, la Ferrari all'Italia ed il coltellino multiuso alla Svizzera.
Cosa ha reso il Kalashnikov così popolare? Era un'arma sostanzialmente semplice, che non aveva bisogno di molta manutenzione, aveva un notevole "potere di arresto" (una sua raffica, in altre parole, aveva effetti letali), aveva un caratteristico caricatore semilunare che conteneva molti più proiettili dei modelli concorrenti e cui i veri combattenti collegavano con il cerotto un secondo caricatore.
Insomma era efficace. Era anche "cool", così che la sua silhouette sinistra figurava in quasi tutti gli stemmi dei movimenti rivoluzionari. I migliori fucili, naturalmente, erano "made in URSS", ma non mancavano, come per le borse di Gucci, le imitazioni cinesi. Ha armato non soltanto le rivoluzioni ma anche gli eserciti del blocco sovietico, dei paesi comunisti come Cina, Vietnam e Cuba, di quasi tutto il mondo arabo, alimentando anche un fiorentissimo mercato dell'usato cui ha purtroppo attinto anche il terrorismo internazionale. Un'arma invece poco utilizzata dal Daesh, che però aveva a disposizione gli inesauribili arsenali sottratti all'esercito iracheno armato dagli USA.
Il governo russo ha ragione di essere grato al Generale inventore. Le armi, dopo il petrolio ed il gas naturale, sono una voce importantissima dell'export della Federazione ed il "Kalash" continua a contribuire, se non al volume ed al valore della produzione russa, alla immagine "rivoluzionaria" del paese, malgrado le ricchezze e gli agi dei suoi oligarchi.