A volte basta poco, a volte ne basta soltanto uno. Nel piccolo spettacolo che si rappresenta ogni fine settimana su centinaia di campi da calcio in tutto lo stivale il genitore del bambino che gioca è una semplice comparsa, neppure un attore non protagonista.

Quando però vuole diventare mattatore e fa la voce grossa, imbarazza tutti, adulti sugli spalti e ragazzi sul prato. Molte volte si fa finta di niente, si finge di non sentire e si va avanti lo stesso. Per una volta no. E’ sabato pomeriggio e a Venaus si disputa un match di Esordienti 2006 tra i locali ed il Lascaris.

Fino a che ci si accalora troppo un genitore se l’è presa prima con suo figlio, poi ha insultato il dirigente arbitro e il ragazzino segnalinee incitando alla violenza in un crescendo di rabbia. Si stava per sfiorare la rissa perché i genitori lì accanto non ne potevano più . La partite è stata sospesa.

Ci siamo fatti spiegare da Gianluca Santoni il perché di tanta violenza: «Quello che penso, è che ormai i genitori pieni di ansie di stress arrivano a sfogare le loro ire sugli spalti mentre guardano i figli o con i professori picchiandoli. Sono genitori che vogliono dimostrare la loro presenza con delle prese di posizione violente. In casi simili, per punizione, non farei giocare il figlio, così il padre dovrebbe dare delle spiegazioni plausibili.