Abbiamo avuto un papà ingombrante, un cognome pesante. Tanti i figli che portano addosso un cognome illustre, ma pesante.

Cresciuti spesso a chiederci perché il nostro papà non c’era al compleanno o ai colloqui con i professori, però accendevi la tv e magari lo trovavi inquadrato al G20, allora ti soffermavi a pensare, non è qui ma è a svolgere un lavoro che gli piace che lo gratifica.

Ho sempre pensato che noi famiglia non dovevamo essere delle palle al piede, ma dovevamo essere quell’isola felice dove ogni uomo può rifugiarsi e ricaricarsi. Mia madre mi ha insegnato che amare un uomo non vuol dire togliergli la libertà, ma accompagnarlo passo passo nei suoi giorni, vivendo con lui anche da lontano momenti tristi momenti gioiosi .

È per questo che io a volte con i miei compagni agli occhi degli altri posso sembrare distaccata, invece no rispetto i loro spazi, le loro libertà, la loro crescita.

Tanti sono stati i momenti che avrei voluto mio padre vicino, allora da più grande approfittavo e me ne andavo a studiare nel suo ufficio , beh studiare al 3 piano di Palazzo Chigi con la Colonna di Marco Aurelio che faceva da sfondo non era poi così male.

Alla fine ci si adatta per stare un po’ con i nostri genitori, e dai corridoi di via della Scrofa passando per vicolo Valdina sono arrivata a studiare a Palazzo Chigi, e da più grande mi portavo il lavoro dietro così la Farnesina risultava meno pesante.

Questo è stato solo un pezzetto di vita, che ieri però ho rivissuto leggendo le parole del figlio di Maroni durante l’omelia;

"Papi sappiamo che per te non è stato facile essere un papà perché il tuo lavoro, che era la tua passione, ti ha costretto a passare del tempo lontano da casa, spesso non eri a casa, accendevamo la tv e ti vedevamo lì, ma non siamo mai stati arrabbiati con te, forse nella fase dell'adolescenza, ma è durato poco perché poi era sempre una grande gioia vederti tornare a casa, eri un introverso, un timidone, nonostante i comizi, le ospitate, i vertici coi grandi potenti del globo, tirare fuori tue emozioni era difficile, a chi ti chiedeva come stavi preferivi dire bene".

È il messaggio di Filippo,  che ha ringraziato tutti a nome della famiglia al termine delle esequie nella basilica di San Vittore a Varese.

"Sapevo però che ci volevi un bene infinito - ha proseguito Filippo Maroni - lo dimostravi coi tuoi grandi abbraccioni improvvisi, sempre pronto a esaudire ogni nostra richiesta, papi mi trovi un biglietto per San Siro, ovviamente del Milan. Poi nei momenti di difficoltà hai capito che la famiglia poteva essere un porto sicuro".

È la storia un po’ di tanti figli!!!
Ma solo chi l’ha vissuta può capirne il significato è l’importanza!!!