Noemi Di Segni, Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, e Victor Fadlun, Presidente della Comunità Ebraica di Roma, invitano tutti i cittadini a partecipare alla manifestazione “No all’Antisemitismo. No al Terrorismo”, che si svolgerà domani, martedì 5 dicembre alle ore 19:00 in Piazza del Popolo, per dire no a ogni forma di oltranzismo, per difendere e ribadire i diritti costituzionali di libertà di religione, di pensiero e parola. Da sempre gli ebrei italiani fanno parte del tessuto sociale del paese arricchendolo con una cultura millenaria e nel rispetto di ogni compagine sociale, culturale, politica e religiosa. "Si pensa sempre che sia finita, che il mondo sia andato avanti. E invece si devono rivedere ebrei braccati e uccisi in quanto ebrei; chiamati a discolparsi in quanto ebrei; indotti a nascondersi in quanto ebrei", così la Senatrice Liliana Segre nell’unirsi all’appello di partecipare convintamente alla manifestazione. 

Questo è il comunicato diffuso dai sionisti italiani che, facendosi scudo del vittimismo legato al cosiddetto antisemitismo (ma perché... i palestinesi non sono anche loro semiti?), cercano di calare un velo sul genocidio messo in atto a Gaza e nei Territori occupati ad opera dei sionisti israeliani... gente che usa la religione - in questo caso quella ebraica - per promuovere il loro becero e indegno nazionalismo, con cui, da decenni promuovo ruberie e omicidi.

Senza il minimo senso di vergogna, probabilmente non ne conoscono il significato, i sionisti italiani pretendono di essere i rappresentanti e i portavoce di coloro che dicono no a "ogni forma di oltranzismo, per difendere e ribadire i diritti costituzionali di libertà di religione, di pensiero e parola"... giustificando lo Stato ebraico che sta radendo al suolo Gaza e uccidendo 20mila civili (per lo più donne e bambini), mentre sono oltre 40mila i feriti.

Ma perché questi sionisti che pretendono di rispettare "ogni compagine sociale, culturale, politica e religiosa" non hanno detto una parola che è una sul massacro dei civili palestinesi a Gaza? È forse dovuto oppure, come gli stralunati propagandisti della disinformazione nostrana, pretendono di far credere che sia Hamas ad ucciderli?

E a supportare la propaganda sionista non poteva mancare la benedizione della senatrice Liliana Segre, la cui visione degli ebrei si è fermata al 1945, e che non si è accorta o, molto più probabilmente, fa finta di non accorgersi che in nome del sionismo, i suoi correligionari fanno ai palestinesi quello che nazisti e fascisti facevano agli ebrei nel periodo delle leggi razziali.

Ma alla signora Segre queste cose non si possono dire, perché lei invece di dare spiegazioni - che evidentemente non sa dare - denuncia (in Italia si usa così), credendo in tal modo di mettere a tacere chi vuole perlomeno capire ciò che la logica non spiega.

E allora a questi ipocriti senza vergogna è giusto ricordare, anzi ribadire perché lo sanno benissimo, che il regime di apartheid e di occupazione israeliano è inestricabilmente legato alle violazioni dei diritti umani, della democrazia, della libertà e e dell'uguaglianza a cui i sionisti pretendono, senza alcun diritto, di appellarsi.

Dall’inizio della guerra, Israele ha palesemente disatteso il suo obbligo di distinguere tra civili e combattenti – sia nella sua politica sugli attacchi aerei, terrestri e marittimi, sia nelle sue restrizioni draconiane sull’ingresso di aiuti umanitari a Gaza (che in base al diritto internazionale è già di per sé qualificabile come genocidio) – e sta commettendo crimini di guerra. Questi crimini sono stati commessi su ordini provenienti dai vertici del governo di Tel Aviv: il primo ministro, altri membri del governo e alti comandanti militari, che lanciano anche minacce scioccanti di trasferimento della popolazione, Nakba e ritorsioni.

Ed è infine giusto ricordare ai sionisti due cose.

La prima è che ad un crimine di guerra (nel caso del 7 ottobre quello commesso dai miliziani dei gruppi di resistenza palestinesi ) nessuno può e deve rispondere commettendo un crimine di guerra, tanto più elevato all'enensima potenza e giustificato solo dal desiderio di vendetta.

La seconda è che, rispondendo ad un crimine con altri crimini, non si troverà mai una soluzione, ma solo una lunga scia di sangue senza fine.

Per chiudere, occorre ricordare alla smemorata signora Segre e ai feroci sionisti che di lei si fanno scudo che i conflitti tra ebrei e palestinesi sono iniziati con il riconoscimento ufficiale del sionismo e che le prime stragi di civili, anzi pogrom, le hanno commesse gli ebrei appena divenuti israeliani nei confronti dei palestinesi a partire dal 1948.

Ma questo, i sionisti che il 5 dicembre si riuniranno in Piazza del Popolo faranno finta di non saperlo. E così anche quegli indegni rappresentanti del popolo, che rappresentano le istituzioni (Parlamento, regioni, comuni), che andranno a festeggiare il genocidio dei palestinesi con la scusa di condannare l'antisemitismo.