In relazione alla vicenda di Imane Fadil, l'inchiesta entra nel vivo. Dalle prime ricostruzioni, è emerso che la Procura ha saputo della morte di Imane solo una settimana dopo il suo decesso, anche se in un comunicato stampa della clinica in cui era ricoverata, l'Humanitas di Rozzano, si dice che la Polizia fosse già stata allertata per il timore di un possibile avvelenamento.
Fatto sta che i procuratori non hanno mai interrogato Imane Fedil, in merito a quanto le è accaduto nell'ultimo mese di vita, mancando così di acquisire sue possibili dichiarazioni in merito a timori, sospetti e motivi del suo avvelenamento.
Il Corriere ha pubblicato il referto relativo ai metalli presenti nel suo corpo, in base alle analisi effettuate da una clinica di Pavia. Cobalto, Cromo, Molibdeno, Nichel, Antimonio, Cadmio, ecc... risultano nella norma. I valori riportati non indicano livelli di tossicità.
Ma è esclusa la radioattività in tali metalli? Su questa ipotesi gli investigatori devono ancora ricevere risposte certe. L'analisi ricevuta sulla presenza di metalli nel corpo della donna non comprendeva se questi potessero essere o meno radioattivi.
Risposte certe in tal senso potranno essere date dall'autopsia che in alcuni organi come reni e fegato potrà dare indicazioni certe se Imane Fadil sia stata realmente avvelenata tramite radiazioni o in altra maniera, oppure se la causa della sua morte sia naturale, seppure dovuta ad una grave malattia.