Per Silvio Berlusconi che pretendeva dalla Meloni che nel governo che stava per nascere la Casellati dovesse essere il nuovo ministro della Giustizia, quanto dichiarato ieri da Nordio, per l'ex cavaliere, devono esser state parole al miele.

Ma, forse, neppure sorprendenti, visto che le cronache riportano una visita di Nordio alla villa romana di Berlusconi durante la formaione della lista dei ministri del nuovo governo Meloni.

Quello che Nordio ha detto ieri di voler fare è ciò che Berlusconi non è mai riuscito a portare a termine: intercettazioni, separazione delle carriere, non obbligatorietà dell'azione penale... musica per le orecchie del leader di Forza Italia.

Le parole di Nordio sono state condivise da Giorgia Meloni:

"E' una riforma prioritaria, l'approccio del ministro è quello del governo. Tra i mille temi attenzionati ci sono anche le storture delle intercettazioni". La Meloni lo ha detto definendosi "una garantista nella fase di celebrazione del processo e una giustizialista nella fase di esecuzione della pena". 

La presidente del Consiglio, però, non ha spiegato dove sia il garantismo nella riforma di Nordio. 

E sulle parole del ministro della Giustizia non è entrato nel dettaglio neppure il leader di Azione, il senatore Carlo Calenda che, comunque, le ha condivise in toto:

"Le parole di Nordio sulle intercettazioni sono completamente condivisibili".

Sarà soddisfatta Giorgia Meloni di aver trovato un nuovo alleato nel gruppo di Azione e Italia Viva? Chissà. In base a quanto "i due gemelli della sola (politica)" hanno messo in atto nella loro carriera (politica), chiunque fosse nei panni della Meloni dovrebbe comunque iniziare a preoccuparsi... e non poco, del loro sostegno.