Le crociere del ministro Piantedosi
Se non fossero coinvolti esseri umani (ndr: i migranti) e non fosse in ballo lo spreco di centinaia di migliaia di euro (ndr: pagati dagli inconsapevoli cittadini italiani) la alacre attività di una ipotetica “Ship Service Company” gestita dal ministro Piantedosi potrebbe dar vita, con successo, ad una tradizionale sceneggiata napoletana con attori e comparse del governo Meloni.
Dopo aver organizzata, per dodici cittadini egiziani e bengalesi, la prima crociera andata e ritorno Lampedusa-Shengjin-Lampedusa, a bordo del PPA Libra della Marina Militare, il buon senso avrebbe suggerito, prima di organizzare nuove crociere, di attendere il pronunciamento dei giudici comunitari ai quali era stato sottoposto il caso dal Tribunale di Catania.
Perché, anche se i due vicepresidenti del consiglio, Salvini e Tajani non l’hanno ancora capito (ndr: la qual cosa comunque è irrilevante e non condizionante), il nostro Paese, in quanto membro dell’UE, è tenuto a conformarsi al diritto dell’Unione che, come è noto, prevale sulla legge nazionale.
Correttamente, perciò, alla Corte di Giustizia europea è stato chiesto di accertare la compatibilità della legge italiana con il diritto comunitario.
Il nocciolo del problema, cioè, non è chiarire se Egitto e Bangladesh siano o no paesi sicuri come deciso dal governo italiano (ndr: il governo che definendo sicuro l’Egitto sembrerebbe non ritenerlo più responsabile, tra l’altro, di rapimento, tortura ed uccisione del cittadino italiano Giulio Regeni!).
La Corte di Giustizia dovrà verificare, invece, se “l’iter di espulsione automatica”, indicato nel “decreto paesi sicuri”, approntato in tutta fretta dal governo Meloni, sia compatibile o no con la valutazione caso per caso di ogni singolo migrante come previsto dal diritto comunitario.
Per questo il buon senso avrebbe suggerito, nell’attesa di conoscere il parere della Corte europea, di non organizzare la seconda crociera per 8 migranti che il Tribunale di Roma ha richiesto, oggi, di far rientrare in Italia.
Ma di questa vicenda esistono anche altri aspetti che lasciano perplessi.
Ad esempio: da settimane si trovano già in Albania alcune centinaia di agenti della polizia di Stato e della polizia penitenziaria, carabinieri, guardie di finanza, il cui compito dovrebbe essere quello di gestire e controllare i migranti confinati negli insediamenti di Shengjin e Gjader, una volta sbarcati in Albania dalle navi italiane.
Come si è detto, però, di migranti fino ad oggi neppure l’ombra, non considerando il transito per qualche ora dei 20 ospiti della prima e seconda crociera.
Ora, però, gli agenti, carabinieri, guardie di finanza, accolti nelle strutture alberghiere albanesi con pensione completa a carico dello Stato italiano, oltre al loro stipendio percepiscono anche una indennità di trasferta di € 3.000/mese.
Si tratta dello sconcio spreco di denaro pubblico causato dalla incapacità e dalla imperizia di coloro ai quali il governo Meloni ha conferito l’incarico di organizzare e gestire una missione di questo tipo, i cui tempi incerti di realizzazione erano noti da mesi.
Ma tant’è, a Meloni & Co serviva soprattutto uno spot in vista delle elezioni europee ed a nessuno importava dello spreco di denaro pubblico.
Ma non basta perché mentre assistiamo impotenti a questi scempi dobbiamo anche rassegnarci al fatto che esistano nel nostro Paese degli sfaccendati irresponsabili che, senza sapere e capire nulla, accusino i giudici di eversione, di emettere sentenze contro gli italiani, di tramare contro il governo, etc. etc.
E le libere latrine della disinformazione sono il loro megafono.