Economia

Ad aprile 2023 il calo dell'inflazione subisce una battuta d'arresto per la nuova accelerazione dei Beni Energetici

Secondo le stime preliminari dell'Istat, ad aprile il dato congiunturale dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi,  aumenta del +0,5% rispetto a marzo.     

L'aumento congiunturale dell'indice generale si deve principalmente all'aumento dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti e degli Energetici non regolamentati (entrambi a +2,4%), degli Alimentari lavorati (+1,1%), dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+0,9%) e dei Beni non durevoli (+0,6%); tali effetti sono stati solo in parte compensati dal calo dei prezzi degli Energetici regolamentati (-19,3%).


L'inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, resta stabile a +6,3%, così come quella al netto dei soli beni energetici (a +6,4% come registrato a marzo).


Rispetto alla rilevazione di marzo (+7,6%), il dato tendenziale dell'inflazione ad aprile sale al +8,3% rispetto allo stesso mese del 2022.

L'accelerazione del tasso di inflazione si deve, in prima battuta, all'aumento su base tendenziale dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati (da +18,9% a +26,7%) e, in misura minore, a quelli dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +6,3% a +6,7%) e dei Servizi vari (da +2,5% a +2,9%). Tali effetti sono stati solo in parte compensati dalla flessione più marcata dei prezzi degli Energetici regolamentati (da -20,3% a -26,4%) e dal rallentamento di quelli degli Alimentari lavorati (da +15,3% a +14,7%), degli Alimentari non lavorati (da +9,1% a +8,4%), dei Servizi relativi all'abitazione (da +3,5% a +3,2%) e dei Servizi relativi ai trasporti (da +6,3% a +6,0%).

Si accentua la crescita su base annua dei prezzi dei beni (da +9,7% a +10,6%) e, in modo più contenuto, dei servizi (da +4,5% a +4,7%), portando il differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni a -5,9 punti percentuali, da -5,2 di marzo.

I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona mostrano un nuovo rallentamento in termini tendenziali (da +12,6% a +12,1%), mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d'acquisto accelerano la loro crescita (da +7,6% a +8,2%).


L'inflazione acquisita per il 2023 è pari a +5,4% per l'indice generale e a +4,6% per la componente di fondo.


In base alle stime preliminari, l'indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) aumenta del +1% su base mensile e del +8,8% su base annua (in accelerazione da +8,1% di marzo). L'aumento congiunturale dell'IPCA, più accentuato rispetto a quella del NIC, è spiegato dalla fine dei saldi stagionali prolungatisi in parte anche a marzo (di cui il NIC non tiene conto); i prezzi di Abbigliamento e calzature aumentano sul mese del +4,8%.

Autore Mario Falorni
Categoria Economia
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