È stata bocciata la proposta della Commissione europea che puntava a tagliare le risorse comunitarie da destinare alla promozione per prodotti come le carni, i salumi e il vino, essendo ritenuti prodotti potenzialmente dannosi per la salute.

L'intervento è stato bloccato grazie all'opposizione di un gruppo di paesi, tra cui l'Italia, che la ritenevano penalizzante per prodotti importanti della propria produzione agroalimentare.

La bocciatura è arrivata nella votazione al Comitato degli Stati Membri sul Programma di Lavoro Annuale per la promozione dei prodotti agroalimentari che si è tenuta oggi a Bruxelles.

Oltre all'Italia sono otto i Paesi che hanno votato contro (Bulgaria, Francia, Irlanda, Olanda, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Spagna) per salvare il programma che prevede un plafond per il 2023 di 186 milioni di euro. L'ha definita un "grande risultato", e "una notizia importantissima per tutta la nazione, una vittoria che abbiamo ottenuto lottando con determinazione a difesa delle eccellenze italiane, il ministro dell'Agricoltura e della Sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida.

L'esponente del governo ha rivendicato che "adesso ci sono anche più risorse economiche per le Indicazioni Geografiche, con altri 2 milioni di euro, proprio come avevamo chiesto noi", sottolineando che "tutto questo dimostra che il nostro nuovo approccio paga", e parlando di un "cambio di passo" dell'esecutivo guidato da Giorgia Meloni.

Per il governo si tratta sicuramente di un risultato importante, ma il lavoro per ottenerlo era già iniziato con gli esecutivi precedenti.  

"Il lavoro fatto negli ultimi mesi che ci ha portato a un confronto diretto con i commissari Ue Frans Timmermans, Janusz Wojciechowski e Paolo Gentiloni e quello fatto dal nostro governo ha rotto il fronte a livello europeo", ha rivendicato il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, aggiungendo però che "è però necessario mantenere alta la guardia perché nel prossimo regolamento non si torni a demonizzare alcuni prodotti invece che lavorare a una corretta informazione sulla quantità di alimenti che devono essere consumati nell'arco della giornata".

"La politica di promozione dell'Ue deve continuare a sostenere tutti i prodotti agricoli dell'Unione respingendo gli atteggiamenti discriminatori che rischiano di favorire la propaganda del passaggio a una dieta unica mondiale, dove il cibo sintetico si candida a sostituire quello naturale", ha sostenuto Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia.

Se fosse la proposta di inserire vino e carne grandi risorse del agricoltura tricolore, la Ue avrebbe sospeso i finanziamenti per questo due comparti. Ecco perché si può ne parlare come affermano le principali categorie de settore, a cominciare dalla Coldiretti, di un grande successo de nostro paese da sempre in prima linea per la difesa de Made in Italy nel settore agroalimentare. 

Il  ministero dell' agricoltura denominato sotto il governo Meloni non a caso anche della sovranità alimentare, guidato da Lollobrigida, può quindi a ragion veduta  rivendicare questo grande risultato all'interno de Unione Europea, dopo aver stoppato per il momento la etichettatura a semaforo poche settimane fa. La decisione della Commissione UE di rimuovere carne e vino dalla lista dei cibi dannosi per la salute è una vittoria del Governo italiano e del Ministro Lollobrigida.

"Questa scelta tutela il Made in Italy e conferma l’impegno del Governo nella difesa di eccellenze che tutto il mondo ci invidia e che politiche senza senso dell’Unione Europea rischiano di danneggiare. In linea con gli impegni presi con gli italiani, non abbasseremo mai la guardia quando si tratta di difendere l’interesse nazionale". Ha detto il presidente della commissione bilancio Nicola Calandrini.

Ma ad esultare e anche la Lega che con l ex ministro e sottosegretario GianMarco Centinaio nel precedente esecutivo aveva portato avanti una dura battaglia contro queste misure che certamente andavano a danneggiare due dei principali comparti del settore agrifood italiano.