L’Europa si trova davanti a una sfida ambientale e sanitaria di proporzioni enormi: la gestione e la riduzione della contaminazione da PFAS (sostanze per- e polifluoroalchiliche). Secondo un’indagine del Forever Lobbying Project, il costo annuale per pulire l’ambiente da queste sostanze potrebbe raggiungere i 100 miliardi di euro. A ciò si aggiungono i costi legati alla salute, stimati fino a 84 miliardi di euro all’anno.
Questi dati, uniti a crescenti evidenze scientifiche sugli effetti negativi dei PFAS, impongono un’azione decisa da parte della Commissione europea per limitare l’uso di queste sostanze e pianificare strategie di mitigazione come parte del Clean Industrial Deal.
I PFAS sono un gruppo di oltre 14.000 sostanze chimiche altamente persistenti, note anche come "sostanze chimiche per sempre" perché resistono a lungo nell’ambiente e si accumulano nei tessuti umani e animali. Studi scientifici hanno collegato i PFAS a numerosi problemi di salute, tra cui:
- Tumori;
- Malattie della tiroide;
- Disfunzioni immunitarie;
- Alterazioni ormonali.
Gli effetti non si limitano agli individui esposti direttamente, ma si ripercuotono anche sulle generazioni future, rendendo indispensabile un approccio preventivo e sistemico.
Nel 2023, una proposta di restrizione a livello europeo è stata presentata da Germania, Paesi Bassi, Danimarca, Norvegia e Svezia. Questa proposta, attualmente in fase di valutazione da parte dell’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA), mira a stabilire una normativa stringente e basata sulle più recenti evidenze scientifiche.
Sandra Jen, responsabile del programma per la salute e i prodotti chimici presso l’Alleanza per la salute e l’ambiente, ha sottolineato l’importanza di un approccio completo e rigoroso:“La restrizione deve coprire tutti i 14.000 prodotti chimici PFAS e obbligare l’industria a dimostrare il controllo e la sicurezza per qualsiasi intenzione di continuare il loro utilizzo. Nessun uso che comporti un’esposizione umana diretta, come nei pesticidi e nei biocidi, dovrebbe essere consentito.”
Per garantire l’efficacia delle misure, la restrizione dovrebbe includere:
- Ampiezza dell’ambito: coprire l’intera gamma dei PFAS senza eccezioni significative.
- Prove scientifiche aggiornate: le normative devono basarsi sulle più recenti ricerche sull’impatto dei PFAS.
- Limitazioni rigorose alle esenzioni: eventuali esenzioni dovrebbero essere temporanee e accompagnate da requisiti di segnalazione rigorosi.
- Responsabilità industriale: le aziende devono dimostrare la sicurezza e il controllo per ogni applicazione.
Affrontare il problema dei PFAS richiederà ingenti risorse economiche, ma ignorarlo comporterebbe costi ancora maggiori, sia in termini finanziari che di salute pubblica. La proposta di restrizione è un primo passo fondamentale per ridurre l’impatto di queste sostanze e proteggere l’ambiente e la salute delle persone.
La lotta contro i PFAS rappresenta una delle sfide più urgenti per l’Europa. È indispensabile che la Commissione europea adotti una politica ambiziosa, fondata su un approccio scientifico e preventivo, per contrastare gli effetti di queste sostanze chimiche. L’investimento nella prevenzione non solo salverà vite, ma ridurrà anche i costi a lungo termine, contribuendo a un futuro più sano e sostenibile.