Si usa il termine “sistema” per indicare il meccanismo micidiale che da anni strangola lentamente e inesorabilmente il nostro Paese però pochi conoscono veramente come funziona, è di una semplicità sorprendente: si basa sull’evasione fiscale, sulla corruzione e sull’occupazione “abusiva” delle cariche istituzionali. Il modello adottato è stato fornito ed organizzato dalla loggia P2, ma non è di questa che voglio trattare.  

Ora possiamo dire con una certa sconsolata sicurezza che il principale obiettivo del Next Generation Italia è chiaro: un’altra buona fetta di contribuenti italiani andranno a mangiare nelle mese per i poveri, le nuove generazioni se ne andranno all’estero in cerca di una “casa più sicura ed accogliente” e persino gli immigrati (clandestini o naturalizzati) rifaranno le valigie e se la svigneranno dall'Italia togliendo a Salvini un pilastro portante per la sua campagna elettorale.

Dovrebbero decollare gli investimenti finanziati dal Recovery Fund, gli organi di controllo della UE ci aspettano al varco, tutti i paesi membri sono stati chiari: niente intrallazzi! Siccome i “migliori” al gioco pulito non sono abituati quindi hanno provveduto a sistemarsi le cose a proprio comodo: utilizzando la legge obiettivo di berlusconiana origine, l’imprenditoria criminale potrà fare in piena libertà - senza vincoli e controlli - i propri affarucci. Con la scusa di semplificare e velocizzare l’affidamento e la realizzazione delle opere hanno rispolverato il peggio del peggio della normativa in materia di appalti pubblici degli ultimi 70 anni.  Ma a me preme parlare del meccanismo che scarica sulle spalle dei poveri questi autentici attentati alla stabilità dello Stato e alla sopravvivenza di milioni di cittadini ridotti allo stremo.

L’Italia è uno dei paesi occidentali più corrotti, si posiziona al 51° posto (?) a livello mondiale al pari del Rwanda e Arabia Saudita (era al 67° posto, state sereni, non è migliorata evidentemente o sono peggiorati gli altri o si sono sbagliati i rilevatori); in Europa è al 7° posto con i peggio conciati, gli ultimi della serie, siamo i peggiori in assoluto con l’aggravante che contro la criminalità organizzata poco si fa’ e ancor meno contro la criminalità dai colletti bianchi che con leggi ad personam evitano la galera, diciamo la verità: in questo Paese la lotta contro la corruzione è solo a parole.  

La criminalità dai colletti bianchi è il termine “educato” per indicare questa moderna tipologia criminale che attraverso l’abituale e consolidata pratica della corruzione si è andata espandendo infettando l’intero apparato statale - io preferisco definirla “criminalità istituzionale”.

Le caste economiche fiancheggiate da quelle professionali, attraverso la corruzione hanno operato per provocare una graduale distorsione funzionale dei partiti trasformandoli in comitati d’affari dai quali vengono scelti i candidati adatti da far eleggere al Parlamento con il primario obiettivo di curare gli interessi dei loro sponsor: costoro non rappresentano più  le istanze legittime dei cittadini ma si sono adoperati affinché  questi ultimi diventassero in finanziatori passivi di un “sistema” che li sta rendendo sempre più poveri con il dovere di mantenere i ricchi che diventano sempre più ricchi a loro spese.

Questo “sistema” è sorto e si è consolidato attraverso l’approvazione di cattive leggi che hanno disciplinato varie materie a danno degli interessi generali. Attraverso cattive leggi elettorali il Parlamento si è colmato di squallidi complici delle caste; sono state le cattive leggi da loro studiate e approvate che hanno trasformato questo paese in un vuoto a perdere per la stragrande parte dei cittadini.  Qui sorge la causa prima e la grave responsabilità di coloro che votano simili soggetti perché in cambio hanno ricevuto dei “favori”: assunzioni pilotate con concorsi truccati, lavori al nero, abusi edilizi, trasferimenti, avanzamenti di carriera pilotati, pensioni di invalidità illegali, apertura di attività commerciali garantite da un flusso costante di clienti pilotati e chiusura di attività concorrenti, eliminazione della concorrenza con sistemi illegali, controllo delle assunzioni nelle imprese private, evasione dell’ICI, evasione per pagamento canone idrico, eliminazione delle multe, inquinamento ambientale, allacci abusivi a fogne private, fosse settiche a dispersione tollerate dal servizio di Igiene e Ambiente, reti fognarie pubblica mancante di tratti ma regolarmente pagati con denaro pubblico, furto di acqua pubblica tollerato, riciclo di denaro alla luce del sole, punto di spaccio a due passi dalla caserma dei carabinieri pagati per non vedere, campagne diffamatorie  contro persone oneste che vogliono chiarezza, indisturbati interramenti di sostanze pericolose,  contratti e documenti pubblici ingiustificatamente secretati  e chi più ne ha più ne metta, sicuramente la realtà supera la fantasia. Praticamente una gestione sul modello “Casal di Principe” su scala nazionale.

Ma il pilastro portante del “sistema” è l’evasione fiscale: con una serie di leggi in materia fiscale e civile è stato creato un meccanismo con il quale i poveri mantengono i ricchi. Vediamolo insieme.

La Corte dei Conti ha fissato il danno all’erario a 60 miliardi l’anno e il Ministero delle Finanze un’evasione fiscale pari a 120 miliardi l’anno.

I dati-pilota che utilizzo come comparazione sono le dichiarazioni del 2010 che si riferiscono ai redditi del 2009, la fonte è il Ministero delle Finanze. I dati del 2019/2020 sono incomparabili perché vi è la pandemia che ha influito negativamente ed eccezionalmente. I valori che vanno dal 2009 al 2018 si equivalgono perché abbiamo un paese a crescita zero: vi è solo una minima decrescenza del numero dei contribuenti e delle nascite.

Nel 2010 le dichiarazioni dei redditi presentate sono state 41,5 milioni, oggi sono 40,9 milioni.

L’88% delle dichiarazioni sono fornite dai lavoratori dipendenti e dai pensionati così ripartiti:

lavoratori dipendenti  20.149.000

pensionati                     15.292.000           

per un totale di            36.141.000  (contribuenti che non evadono)

Il restante 12% che equivale a 5.359.000 evade ogni anno 160 miliardi di euro e recano un danno all'erario di 60 miliardi di eruro che finiscono nelle filiali delle banche italiane site nei paradisi fiscali europei ed esteri. Quanto torna nelle tasche dell’88% dei contribuenti sotto forma di beni e servizi? Briciole! E Confindustria ha avuto il coraggio di criticare il reddito di cittadinanza, definendolo un sussidio, uno spreco.

Coloro che hanno la partita IVA – imprese e liberi professionisti – (non lavoratori dipendenti truccati con partita iva e sottoposti allo stesso regime fiscale che gli succhia fino all’80% dell’imponibile che è certificato dalle imprese datrici che li usano attribuendo loro dei compensi non versati per abbassare il loro imponibile ed evadere le imposte) sono gli evasori che denunciano annualmente dai 10.000 ai 20.000 euro di imponibile se non perdite ma vanno in giro con la Ferrari. Sono questi i parassiti che stanno distruggendo le nostre esistenze e quelle delle generazioni future.

Come mai possono evadere in maniera così spudorata? Perché c’è una legge in materia fiscale che dispone ogni anno il controllo solo del 10% delle dichiarazioni presentate. Con la legge che ha trasformato un lavoratore dipendente in un falso libero professionista obbligandolo ad aprire una partita iva è stato ulteriormente diluito il campione da controllare dove il vero evasore può contare in un ulteriore calo delle possibilità di incorrere nei controlli fiscali annuali a campione. Usano come “scudi umani” coloro che per lavorare sono costretti a dotarsi di partita iva.

C’è da aggiungere una normativa compiacente che protegge l’evasore. Vediamola insieme.

Vi sono tre reati contemplati dalla legge tributaria: falsa fatturazione; dichiarazione infedele; dichiarazione fraudolenta con altri artifici.

Per le false fatturazioni (usate molto per riciclare il denaro sporco) era prevista una pena di 6 anni di reclusione.

Per dichiarazione infedele (racconto favole o non vi sono documenti) era prevista una pena di 8 mesi con la condizionale. Attenzione però! Non vi era reato di evasione fino a un importo di 130.000 euro, se arrivo a 129.999 euro non sono un evasore. Queste disposizioni erano una vera e propria istigazione ad evadere!

Bisogna approfondire l’argomento per il terzo tipo di reato cioè la dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture ed altri documenti per operazioni inesistenti – finalizzato all’evasione fiscale, costituzioni di fondi neri, corruzione e riciclaggio: questo è il fiore all’occhiello degli imprenditori italiani. La pena prevista era di 6 anni e 6 mesi, l’arresto in flagranza era facoltativo con procedibilità d’ufficio, è meglio conosciuto come falso in bilancio.

Tali reati sono delitti contro la fede pubblica, aspetto scarsamente considerato in Italia sia dagli evasori che dai “tartassati”. Negli Stati Uniti chi evade va in prigione senza sconti e senza scusanti ma la cosa non finisce lì, la collettività lo isola, viene escluso con disonore dalla vita sociale, diviene un “reietto” perché ha tradito la fede pubblica. Ha mentito al popolo americano. In America la fede pubblica è una cosa seria, in Italia si spergiura tranquillamente, mentendo si rovinano le persone oneste, i giornalisti manipolano la verità e continuano imperterriti a scrivere ma, l'aspetto più deprimente, é che i lettori gli comprano ancora i giornali.

Nel 2002 Berlusconi depenalizzava di fatto questo reato creando un danno gravissimo alla collettività, solo nel 2015 sono state ripristinate le pene. La legge 69/2015 dispone, per le imprese non quotate, in caso di reato di false comunicazioni sociali una pena da 1 a 5 anni; per le imprese quotate una pena da 3 a 8 anni di reclusione. Comunque la prescrizione gioca sempre un ruolo fondamentale.

Tale ricchezza prodotta legalmente ogni anno  viene sottratta alla collettività e scompare nei paradisi fiscali dove diventa un’entità anonima che percorre vie a noi sconosciute e viene usata per finalità illecite. Come si può risolvere un così grave problema? Esiste la black list dei paradisi fiscali, ve ne sono anche tra gli stati membri dell’UE, questi vanno tutti chiusi inoltre nel nostro Parlamento devono essere elette persone rette, competenti e soprattutto con un profondo senso dello Stato che tutelino gli interessi di tutti i cittadini avendo particolare cura per chi paga le tasse al 100%: oggi in Parlamento siedono individui che rappresentano e curano gli interessi degli evasori! Hanno messo fuori la porta dei palazzi del potere i cittadini privandoli della loro legittima  rappresentanza.

Noi dell’88% che paghiamo tutte le imposte dobbiamo pretendere che quelli del 12% che evadono per miliardi ogni anno  paghino tutto quello che gli spetta altrimenti devono andare in galera senza arresti domiciliari e sconti di pena e soprattutto gli vengano confiscati tutti i beni il cui possesso non è giustificato dalle loro dichiarazioni dei redditi. Se dichiarano 10.000 euro l’anno, la GdF gli deve confiscare la Ferrari, la villa in Sardegna, il denaro sul conto corrente, titoli, azioni, ecc.  ecc. perché coloro che dichiarano una tale cifra per vivere devono avere le toppe sul fondo dei pantaloni e rovistare nei cassonetti, non possono avere un Rolex d’oro al polso né indossare vestiti firmati. O questi vanno a vivere sotto i ponti 365 giorni l’anno o pagano le tasse.