"E mo ve spiego..."
Si potrebbe riassumere così la conferenza stampa in cui la sora Giorgia Meloni ha riassunto i fantasmagorici risultati (per l'Italia) nel Consiglio europeo appena conclusosi.
"E prima de smosciasse, parlamo de l'immigrati..."
"Sulla materia migratoria avete visto il richiamo in queste conclusioni che dimostrano non solo la conferma di un cambio di passo che abbiamo impresso nello scorso Consiglio europeo, ma anche il fatto che oggi la migrazione rimane una priorità nei grandi obiettivi dell’Unione europea, con il passaggio che viene richiamato all’implementazione degli obiettivi che abbiamo deciso nell’ultima riunione e una verifica di quella implementazione nel prossimo Consiglio europeo di giugno. Quindi c’è un lavoro che va in continuità, che dimostra che non si trattava di uno spot o semplicemente di un’iniziativa singola. Chiaramente stiamo lavorando sulla concretezza di quegli strumenti con risultati che a me sembrano oggettivamente molto buoni e che dimostrano una buona fede nella volontà di affrontare questa materia. Direi che complessivamente possiamo essere soddisfatti del lavoro che abbiamo fatto".
Questo è quello che la sora premiere ha detto nel pomeriggio ai giornalisti... virgolettato! Perché sottolinearlo? Perché con tutta la canea che ha sollevato in Parlamento sui migranti nei giorni pre-vertice, così (anche in questo caso virgolettato) il Consiglio europeo ha riassunto il mirabolante risultato della sora Giorgia in un comunicato dal titolo "I leader dell'UE hanno discusso di competitività e Ucraina", rilasciato il 23 febbraio:
"La presidenza del Consiglio e la Commissione hanno informato il Consiglio europeo in merito ai progressi compiuti nell'attuazione delle sue conclusioni di febbraio in materia di migrazione. I leader hanno chiesto la rapida attuazione di tali conclusioni e vi ritorneranno in giugno".
"E poi ho pur'ancontrato Macronne..."
"È stato un incontro molto lungo e molto ampio, anche di scenario, sulla situazione sicuramente complessa sul piano geopolitico che tutti viviamo", ha detto la sora Meloni. "Mi pare che ci sia voglia di collaborare su materie che sono comunque di importanza strategica, sicuramente per l’Italia e per la Francia... Penso alla questione migratoria, sulla quale registro una grande disponibilità ad affrontare la questione in modo strutturale da parte del presidente Macron, sulle materie industriali, su alcune cose sulle quali anche gli interessi nazionali della Francia e dell’Italia possono collimare. Mi pare che ci fosse un clima sicuramente produttivo, molto favorevole. Questo credo che possa essere sicuramente utile per affrontare alcune sfide che sono sfide comuni. Sono soddisfatta di questo bilaterale".
Come si può capire, dalle sue parole, un incontro di sostanza... pregnante... con risultati di una concretezza addirittura sbalorditiva... riuscendo a trovarla.
Però, qualcosa di concreto, per la verità, la Meloni lo ha detto affermando che l'Italia è d’accordo con la Francia sulla necessità di riconoscere il nucleare come tecnologia adatta a raggiungere gli obiettivi ambientali (sic!).
"Io condivido la posizione della neutralità tecnologica e quindi sì, penso che tutte le tecnologie che possano garantire gli obiettivi gli obiettivi che l’Ue si è data debbano essere riconosciute, indipendentemente da quello che i singoli Stati membri intendono fare nell’utilizzo di quella tecnologia".
"Li sordi ce li danno..."
Tra gli argomenti trattati anche il Pnrr, su cui la premiere ha assicurato che non ci saranno ritardi:
"Non vedo assolutamente rischi. Noi abbiamo ereditato una situazione che sicuramente richiede di lavorare molto velocemente. Ho parlato adesso con Ursula von der Leyen. Mi pare che la Commissione apprezzi molto il lavoro serio che sta facendo l’Italia da questo punto di vista, e tutte le decisioni che stiamo prendendo sono decisioni che stiamo condividendo".