«Siamo oltre la follia» ha scritto il divertente ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, sul proprio profilo Facebook.

Perché? Perché «stanno discutendo perfino sul fatto che io abbia comprato una macchina», ha spiegato Toninelli.

«Ebbene sì - confessa il ministro - a ottobre dell'anno scorso ho commesso il "crimine" di acquistare un'auto usata.

Alcuni mi chiedono perché abbia preso una auto diesel, mentre come Ministero e come Governo spingiamo sull'elettrico. La risposta è molto semplice: per ragioni di natura economica.

Un'auto usata costava molto di meno di una nuova. Ancora oggi, infatti, continuo a tagliarmi lo stipendio e a condurre la stessa vita che facevo prima di diventare portavoce in Parlamento.

Inoltre, l'auto in famiglia la usiamo principalmente per lunghi viaggi, e oggi in Italia purtroppo non ci sono abbastanza colonnine di autoricarica (sic!) per l'elettrico.

Due problemi che so che mi accomunano a milioni di famiglie italiane. Per questo come governo stiamo spingendo sul pedale dell'acceleratore dei piani di installazione delle colonnine di ricarica e abbiamo introdotto incentivi economici per l'acquisto di auto elettriche.

Ps.: La mia auto "nuova" non sarebbe stata comunque soggetta al "malus" in quanto ha emissioni ben al di sotto della soglia limite. Inoltre, come detto, è una usata a km zero immatricolata a metà 2018. Chiunque, non solo il sottoscritto, oggi comprasse un'auto usata non pagherebbe alcun malus.»


Dopo quelle di Toninelli relative all'acquisto della sua nuova auto usata, è opportuno ricordare le dichiarazioni del suo capo politico, Luigi Di Maio, in relazione alla cosiddetta ecotassa, agli inizi dello scorso dicembre.

Questa è la prima dichiarazione che Di Maio fece quando introdusse il provvedimento definito "ecotassa" per l'acquisto di nuove auto.

«Abbiamo raggiunto un grande primo traguardo per un futuro a mobilità sostenibile. In legge di Bilancio abbiamo inserito, per la prima volta in Italia, degli incentivi per l'acquisto di auto a basso impatto ambientale, quindi elettriche, ibride o a metano. Si può arrivare ad ottenere un contributo fino a 6mila euro per comprare un'auto elettrica.

Non basta: grazie al meccanismo del bonus/malus le auto più inquinanti costeranno di più, perché dovranno pagare un'imposta in base alla CO2 prodotta, e dunque acquistare vetture meno inquinanti sarà anche più conveniente. E' la rivoluzione green che avevamo promesso e che stiamo attuando, e siamo orgogliosi del Governo del cambiamento che sta consegnando all'Italia un futuro più sostenibile.»

Dopo qualche giorno e l'altolà di Salvini e costruttori, ecco che arriva la marcia indietro di Di Maio.

«Sul tema auto e inquinamento, facciamo chiarezza, perché è stata fatta un po' di confusione. Prima di tutto, non esiste nessuna nuova tassa per auto già in circolazione. Chi ha un Euro3 o qualsiasi altra macchina non pagherà un centesimo in più.

Abbiamo pensato una norma per aiutare chi decide di comprare un'auto ibrida, elettrica o a metano. Visto che i livelli di inquinamento, soprattutto al Nord, sono spaventosi, perché non premiare chi decide di comprare un'auto nuova meno inquinante, dandogli un incentivo fino a 6000 euro? Questa è l'idea della norma pensata dal governo, che disincentiva chi sceglie un'auto più inquinante.

Capisco le preoccupazioni di costruttori e dei cittadini che magari vorrebbero comprare un'auto ecologica, ma non se lo possono permettere perché costa di più.

Per questo la norma va migliorata subito per non penalizzare nessuno, in particolare chi ha bisogno di acquistare un'utilitaria. Infatti il 60% dei modelli per cui è previsto un incentivo sono diesel: Punto diesel, Panda diesel, Clio diesel, Golf diesel, Megane diesel, Polo diesel, Classe A diesel.

Per questo motivo ho deciso di convocare un tavolo tecnico al Ministero dello Sviluppo economico, per migliorare gli incentivi per l'auto elettrica, ibrida e a metano, con i costruttori, a partire da FCA, e con le associazioni dei consumatori. Insieme troveremo la soluzione giusta per centrare due obiettivi: proteggere noi e i nostri figli dall'inquinamento, senza pesare sul portafogli.»


Tonineli nella sua dichiarazione odierna conferma tutte le perplessità relative alla prima presentazione della cosiddetta ecotassa sulle auto voluta da Di Maio. Il dietro front arrivò solo alcuni giorni dopo, in seguito alle proteste.

Visto che adesso anche Toninelli ha detto che le vetture elettriche sono troppo care e che la scarsa diffusione di colonnine di ricarica non ne invoglia l'acquisto, perché allora il Movimento 5 Stelle a cui lui appartiene si inventò di licenziare quel provvedimento, specialmente nella sua prima formulazione, dato che adesso anche lui implicitamente ne riconosce tutti i limiti?

Se anche oggi Toninelli fosse rimasto in silenzio, avrebbe fatto miglior figura.